29.10.14

Le cose possono cambiare!

Si, lo sapevi? Ogni cosa può migliorare, dipende molto da cosa dici alla tua mente, da quanto tu lo credi vero. Se ti dici "non c'è più nulla da fare" 100/100 che sarà così. Quello che vivi oggi è vero per il tuo oggi! Ieri, oggi e domani sono in relazione ma non hanno nulla di predeterminato. Ogni cosa che fai, o peggio che non fai, ha il suo peso nel determinare come evolverà la tua situazione.

Smetti di dare la colpa agli altri, smetti di crederti impotente e rassegnato, smetti di non volere il bello che c'è per te e renditi disponibile ad accoglierlo in qualunque modo esso si manifesti. Sappi perdere le idee, i preconcetti, i carichi delle aspettative non solo tue ma di chissà quanti altri ancora sulla tua vita e diventane responsabile! 
Questo è il vero senso del tuo essere adulto e del tuo saperti prendere cura di te. Accettare di essere ciò che ti vivi in quel determinato momento e non confonderti con esso per definire ciò che sei. Siamo in divenire. Tu non sei la tua situazione, è la situazione che è parte di te e te ne puoi far carico. Cambiando l'ottica con cui ti guardi le tue emozioni cambieranno, i motivi alla base delle tue decisioni potranno essere diversi anche se le tue decisioni non dovessero cambiare  e sta sicuro che anche il mondo si muoverà con te!

25.10.14

Punta in alto! Non puntare al ribasso

Dicevamo appunto di non crogiolarti sulle esperienze passate, sulle tue ferite, sulle delusioni, sul dolore che inevitabilmente ti costringe a ripiegarti su te stesso. Chiedi a te stesso ogni giorno di guardare il lato bello di ogni situazione, anche lì dove ti ostini a dire "Non ci può essere del bello". Elwood N. Chapman nel suo noto manuale "Ottimisti si diventa" ci ricorda che ogni situazione può avere il suo lato buffo, il suo lato positivo. Un pò come le monete che hanno sempre due facce, eppure restano sempre la stessa moneta.
E allora non dire di te o della tua vita che sei insoddisfatto. Ricorda invece che puoi essere nel mondo il cambiamento che tu vuoi vedere nel mondo. E sai cosa significa?
Semplice:

  1. ogni volta che dici "Sono solo, non ho amici, anche stasera resto a casa": è una bugia! Non sei il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. A quante persone impedisci di entrare nella tua vita? Sei parte del mondo, e se sei parte del mondo la campana suona anche per te, perciò alza la cornetta e chiama quell'amico o amica che da mesi ti dice vediamoci. Smetti di ripeterti che è l'altro a dover fare il primo passo.
  2. ogni volta che dici "Tanto è inutile che ci provo, quella lì non mi si filerà mai!" bene, sappi che sei un profeta, sì, hai appena profetizzato sulla tua vita e non per il tuo bene. In gergo comune si chiama profezia che si autoavvera, e sai perchè? Perchè il tuo atteggiamento può fare la differenza. Tu per primo lo credi di avere del bello da dare o lo nascondi a te stesso ed agli altri? Se ambisci a incontrare veramente l'altro/a, mostrati esattamente per come sei e sinceramente interessato a sapere chi è l'altro/a.
  3. ogni volta che all'inizio di una nuova relazione ti dici "So già come andrà a finire, io ci provo ma..." ancora una volta stai facendo le cose senza convinzione e continui a fare ogni passo senza metterci te stesso chiedendo all'altro di darti quell'entusiasmo che da te non riesci più a darti. Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nell'altro, potremmo dire parafrasando Ghandi.
E allora caro amico/a, voglio ancora una volta ricordarti, prima di passare ad altro, che in te c'è del bello che tu stesso devi ancora scoprire, appropiartene e valorizzare. Tu, tu per primo, e poi l'altro. Fintando che guardi alle tue aree grige attirerai attorno a te persone grige. Ma poichè dentro di te porti un sogno, un sogno grande, quello del bene e del bello allora il mio invito resta quello di non puntare al ribasso, scegli per te stesso il bello e il buono. Spero ti sia chiaro che non sto parlando della persona che ti starà accanto ma di te, del bello e buono che è in te e che ogni giorno devi scegliere se vuoi attirare attorno a te persone persone altrettanto belle e buone? Ti è chiaro che non puntare al ribasso significa amarti?
Ed amarti non vuol dire vedere in te solo il bello, come se in te non ci possano essere difetti, ferite, preoccupazioni che sono invece in ogni essere umano. Amarti significa conoscerti e volerti bene, accoglierti in quelle fragilità che ti appartengono anche se tu non le vorresti, in quei difetti che sono stati sempre il punto dolente della tua vita, in quelle delusioni che ti hanno bloccato. 
Tutto questo amico caro, costituisce il bagaglio che, se vuoi, puoi decidere consapevolmente di elaborare con un sostegno psicologico o psicoterapeutico adeguato per essere una persona migliore di quello che già sei e per andare nelle strade della vita ed incontro all'altro/a con uno zaino leggero ma ben attrezzato sulle spalle.

Buon viaggio!


20.10.14

Tante scelte sbagliate.....Ricomincia da Te!!!!

Si, amico caro, è proprio così. ogni volta che cadi ti rialzi, ogni volta che prendi una strada sbagliata la correggi e così anche dopo un partner che non era quello per te puoi ricominciare.
Già, c'è un segreto, ed è quello di non lasciarsi scivolare l'accaduto addosso come se tu fossi impermeabile, non impareresti nulla da questa esperienza. E neppure lasciarti schiacciare dai rimorsi, dalla rabbia, dalle delusioni e peggio ancora dall'illusione che "se solo avesse/avessi fatto così forse poteva andare diversamente" perchè resteresti sommerso dall'idealizzazione di un qualcosa che non esiste. Esiste il come è andata della relazione, esiste il tangibile, ciò che è stato ed è. Se ti lasci schiacciare da tutto questo resti sommerso e la palestra della vita non ti sarà servita a nulla. Come lo scolaro svogliato che per punizione ha ricevuto il triplo dei compiti se ne vede sommerso e decide di non fare nulla così anche tu non affileresti i tuoi arnesi per destreggiarti sempre meglio nelle strade della vita amorosa.
Fermati invece, fermati il tempo che ti occorre per respirare, per connettere cuore e mente, viscere e pensiero. Chiediti cosa veramente è accaduto, chi era l'altro/a e cosa ti stava chiedendo veramente. E tu cosa gli stavi veramente chiedendo? Ci sono cose che a voce non diciamo, a volte le camuffiamo anche a noi stessi. In tutto ciò che facciamo esprimiamo dei bisogni e dunque delle richieste all'altro.
Chiediti cosa puoi imparare dall'accaduto, ogni incontro ci insegna qualcosa, ogni relazione ci cambia, a noi scegliere se in bene o in male. E questo dipende dagli occhiali che indossiamo, dall'atteggiamento che abbiamo, dalle ferite che ci portiamo dentro.
Ecco perchè è importante sempre ri-cominciare da te. Nel mondo dell'altro ci accedi perchè l'altro te ne da il permesso, nel tuo ci accedi perchè scegli di essere onesto con te stesso, perchè non vuoi prenderti in giro e ritrovarti a 30-40-50-60 anni e non sapere ancora chi sei.
Ricomincia da te, proprio come quand'eri bambino cadevi e ti rialzavi e se mamma non era accanto a porgerti la mano ti aggrappavi a uno stipite, ad una sedia, a qualunque cosa ma ti RIALZAVI. Se lo sapevi fare già allora cosa aspetti? Puoi farlo ancora oggi!
E DECIDI di non tenere più la testa sotto la foglia come fa la lucertola per non farsi vedere. Se dentro di te vedi qualcosa che non va prova a fare qualcosa di buono per te e se ti accorgi che il compito è più grande di te, chiedi aiuto!
Ce ne sono di vari tipi: fratelli/sorelle, amici, cugini, ex insegnanti, consulenti, medici, confessori, guide spirituali, psicologi, psicoterapeuti. Chiedi aiuto! Non siamo onnipotenti e troppo spesso per non chiedere aiuto finiamo per fingere che non ci sia nulla. Ebbene, questa è la sciocchezza più grande che tu possa fare: far finta di ignorare un problema che hai già visto.
"Si, ma io penso che si risolverà da solo." Bene, datti un tempo, una scadenza in cui verificarlo. Se da li a sei mesi le cose stanno ancora come sei mesi prima allora vuol dire che il problema c'è e tu lo stai ignorando. PRENDITI CURA DI TE!
Non ricordo chi lo dice ma si tratta di uno scrittore contemporaneo "Se non ti ami tu per primo come potrei amarti io?"

E allora prenditi cura di te, preparati a quell'incontro che tanto desideri perchè la persona che sogni di incontrare ha tutto il diritto di conoscerti e vederti per il bello che sei e non per le ceneri dei disastri passati che ti porti dentro. Che è come dire "Non è importante quello che hanno fatto di te ma quello che tu oggi fai di quello che hanno fatto di te" (J.P. Sartre). Prendi in mano la tua vita!

8.10.14

Perchè tanti single oggi?

Tanti esperti raccontano di come sia cambiata la situazione sociale e culturale del nostro tempo e molti dei motivi per cui tanti giovani adulti restano single a lungo sono ben noti: il passaggio epocale dal matrimonio (e della vita stessa in tutti i suoi aspetti) fondato sul senso del dovere a quello fondato sul senso del piacere; il cambiamento o il capovolgimento di alcuni bisogni da quelli fondamentali (legati alla sopravvivenza) a quelli di autorealizzazione; il sistema politico ed economico che svantaggia le coppie e la famiglia; l'introduzione del divorzio ed il conseguente calo dei matrimoni da una parte e la sempre maggiore facilità a disinvestire energie nella relazione che si è scelta.
Il motore di fondo, quello che nei secoli e milenni della storia dell'uomo ha mosso alle grandi rivoluzioni è la PAURA. Paura di non aver fatto la scelta giusta, paura che nonostante l'amore che si da non si sarà ripagati abbastanza, paura che non siano i sentimenti più puri a muovere le corde della relazione, paura che....in fondo non valiamo abbastanza per meritarlo questo amore!
E allora le nostre teste sono piene di tanti "si...ma...però...." come se l'amore fosse condizionato. Sei proprio sicuro che l'amore sia questo? Cosa hanno le coppie felici di diverso dalle altre? In un post precedente ti avevo invitato ad osservarle, l'hai fatto?
In ogni caso rasserenati: ciascuno è diverso. E ogni storia è diversa. Non puoi pretendere di fare la stessa scelta di un altro o che quello che è successo ad un altro accada anche a te. Tu sei diverso, tu sei UNICO! Unico ed irripetibile, come uniche ed irripetibili saranno le relazioni che ti capiteranno. Non esser facilone nel generalizzare per sommi capi  quando vedi delle similarità. Tu sei tu! Ed hai il tuo modo di fare una scelta che è diverso da un altro e questo lo potrai apprezzare solo se ti conosci fino in fondo. Sei unico, non desiderare l'omologazione!
Sei unico/a e bello/a così come sei. E SEI DEGNO DI STIMA E DI AMORE. Lo credi? O fai finta di crederci? (Più avanti ti spiegherò anche la differenza ed i disastri che ne possono venire nella tua vita e in quella degli altri quando non ci credi o fai finta di crederci.) Fortunato chi si guarda dentro e sa che anche se non è tutto bello ciò che vede questo non cam,bia l'essenza del suo credere in se stesso e nel proprio valore fondante, chi sente le proprie radici forti pur nelle sue fragilità perchè sa che sta lavorando per essere una donna o un uomo ogni giorno migliore invece che ritenersi arrivato per sempre.
Oggi tutto ci viene proposto come bello e accattivante, tutto solletica le nostre passioni e pulsioni, esattamente come quando eravamo bambini davanti agli enormi scaffali dei grandi magazzini: come fare a SCEGLIERE? Cosa vale veramente la pensa di portarti a casa? Ci sono alcuni di noi che scelgono ponderando bene le informazioni e dunque hanno bisogno di darsi tempo per conoscere l'altro e dare all'altro il tempo per ri-velarsi (nella relazione tutto è duale, tutto è da leggere nbella reciprocità degli aspetti, non posso dimenticare che c'è un altro davanti a me e non un oggetto a cui chiedo di fare ciò che voglio). Altri invece vanno a passo spedito come se già sapessero cosa vogliono, hanno evidentemente sviluppato dei sensori (ne parleremo più avanti) per decifrare cosa gli piace e cosa no, e sono capaci di confermare e mantenere la loro scelta nel tempo. Siamo diversi, siamo unici! E allora di fronte ad una società che differenzia sempre più le scelte fino a confonderci a volte anche in amore siamo sempre più confusi, a volte anche "diffusi"! (E questo chi partecipa ai miei seminari lo sa già!)
E in questo modo è come se rimanessimo sempre degli ETERNI BAMBINI: bisognosi d'amore al punto di fare di tutto per non doverci rinunciare e rompere ogni cosa quando le cose non vanno come noi le immaginavamo (dando la colpa ora a Sè ora all'Altro), pronti a voler prendere tutto e non rinunciare mai a nulla, senza dunque saper lasciare per fare spazio a quell'Altro che inevitabilmente ti chiede spazio/tempo/incontro/autenticità/intimità/disponibilità/accoglienza/dialogo/confronto.
Esattamente come i muscoli, queste abilità possono essere rinforzate. Basta sceglierle! Impunto essenziale è: chiediti a che punto sei sulla strada e attrezzati per proseguire il tuo cammino.

3.10.14

"La nostra paura più profonda"

"La nostra paura più profonda"



La nostra paura più profonda 
non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.

E' la nostra luce, non la nostra ombra, 
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?" 
In realtà chi sei tu per NON esserlo? 
Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo, 
non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato 
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
 non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta 
la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi: 
è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo 
agli altri la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo dalle nostre paure, 
la nostra presenza 
automaticamente libera gli altri.

 

Nelson Mandela 



Carissimi, è con questo magnifico augurio che voglio riprendere a dialogare con voi attraverso queste pagine, affinchè sappiate che il mio desiderio più profondo è che ciascuno di voi possa essere serenamente e liberamente ciò che veramente è nella sua essenza più profonda. Perchè nessuna paura possa offuscare ciò che veramente tu sei, perchè qualunque messaggio sbagliato o di sfiducia in te tu possa aver ricevuto e assimilato, qualunque esperienza abbia segnato la tua vita tu possa esser certo che non sei la tua paura, non sei quel messaggio, non sei quella esperienza: TU SEI MOLTO DI PIU' e in te c'è molto di bene che forse tu stesso devi ancora scoprire. E allora diamoci da fare. C'è sempre un momento da cui partire per cambiare e quel momento è arrivato. 

Se ti hanno detto che così come sei non vai bene pensaci (e fallo in serenità): o ti stanno dando un consiglio per la vita e allora ti toccherà impegnarti duramente per capire cosa di te veramente devi migliorare oppure ti stanno chiedendo di compiacerli e ti servirà una buona dose di carattere per dire con fermezza che la pensi diversamente da loro.
Se ti ripetono che non ce la farai, che devi sforzarti, sbrigarti, e affannarti chiediti in cosa non ti stai impegnando fino in fondo (e sii onesto con te stesso), in quale passaggio ripetitivo e lento della tua vita ti stai intrappolando. O forse ti stanno chiedendo di fare cose che tu non puoi perchè non ti appartengono, o di realizzare i loro sogni che sono i loro e non i tuoi? Decidi dove vuoi arrivare e fai il tuo piano: nessun marinaio salperebbe senza la sua mappa stellare per orientarsi su dove sta andando e sapere quale è la via da seguire.
Se ti chiedono di fare sempre tutto per bene sappi che è dal caos che nascono le nuove invenzioni. Nessuno è perfetto e neanche tu! Ti risolleva sentirlo? E allora ricordatelo, scrivitelo da qualche parte. Ma ricordati che tutti, e dunque anche tu, siamo perfettibili, ovvero che se lo desideriamo possiamo migliorare quelle parti di noi che ci impediscono di essere persone autentiche e serene con noi stessi e con gli altri.
E allora buon lavoro! E poi raccontami come è andata....

La ripresa dopo lunga pausa

Proprio come un tempo si faceva a scuola, che il giorno dopo l'assenza si portava la giustificazione, sento di dover dire due parole sull'assenza di questo tempo. La vita può essere un programma ben scandito ma il più delle volte riservare dei fuori programma. Alcuni sono piacevoli, altri meno. Si accoglie tutto, anche perchè remare contro la vita è davvero faticoso e soprattutto si rischia di perdere nella maggioranza dei casi. Lo sa bene chi non riesce per un motivo o per un'altro ad accettare la sua situazione e così di vieta di crescervi dentro finendo per lamentarsi, lamentarsi e lamentarsi ancora invece che lasciarsi trasformare dal cambiamento che gli viene incontro.
Non sto a raccontarvi nel dettaglio ma vi dico che la vita mi si è rivoluzionata e ne sono felice e voglio anche dirvi che vi ho pensati e che non vedevo l'ora di riprendere a scrivervi.
Il tempo trascorso non è trascorso invano e confido a breve di darvi belle news.
Per ora torniamo al lavoro e sotto a chi tocca per chi vuol fare le sue osservazioni, le sue domande, le sue proposte per rendere questo blog sempre più diretto ed efficace al fine di toccare i temi che vi stanno più a cuore.
Un caro saluto a ciascuno da qualunque angolo del mondo mi seguiate!

2.1.14

Inseguendo un sogno!

Inseguendo un sogno ti accorgi che la vita vera e reale è speso un pò diversa da come l'avresti voluta e la vorresti immaginare. Ti accorgi che tante idee a cui con il tempo ti sei affezionato e che ti rassicurano tante volte di fronte alla realtà si dissolvono come bolle di sapone.
Un'idea che tutti ci siamo coltivati sin da bambini è quella del principe azzurro per le ragazze e della bella addormentata nel bosco (ma anche colta tuttofare dedita solo al suo uomo) per i ragazzi. Personaggi bellissimi, valorosi e pieni di attenzioni per l'altro mentre: il tuo collega in ufficio è scorbutico e a malapena ti saluta, la ragazza che incontri ogni giorno in metro per andare al lavoro e che hai notato per "un certo non so che" che ancora non hai compreso è slavata, la cassiera del supermercato sotto casa che ti sorride sempre è tutta rifatta, il fruttivendolo ammiccante ha convinzioni totalmente diverse dalle tue, il velista appassionato del mare è sempre sfuggente e se non lo segui nelle sue avventure non hai altri momenti di incontro, la designer di moda è sempre tutta in tiro....

.....è possibile scoprire in ciascuno un volto nuovo?!
.....è possibile che tolta la maschera siamo tutte le stesse persone meravigliose e impaurite?!
.....è possibile darsi e dare all'altro una nuova possibilità di essere migliori?!

Se pensi all'essere umano, ogni giorno cresce.
Se pensi ad un albero, ogni giorno è più grande.
Se pensi ad un qualunque oggetto, ogni giorno ha un giorno in più.


E tu? E l'altro? Non siamo esseri statici, la prima idea dell'uomo che deve potersi modificare è che non è vero che "sono fatto così!". Sei fatto così se non vuoi migliorarti; sei fatto così se non trovi nè in te ne nell'altro una motivazione per uscire da te stesso e fare qualcosa di diverso da ciò che sei abituato a fare; sei fatto così se la tua cassetta degli attrezzi e la rete di supporti non è ben fornita o non decidi di rinfoltirla.
Pensa che potere grande che hai: è in te una chiave di svolta immensa per il tuo vivere bene e rendere il mondo più sereno e amabile anche agli altri.

Il recente compianto Nelson Mandela così si esprimeva:

"La nostra paura più profonda"



La nostra paura più profonda 
non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda, 
è di essere potenti oltre ogni limite.

E' la nostra luce, non la nostra ombra, 
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?" 
In realtà chi sei tu per NON esserlo? 
Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo, 
non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato 
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
 non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere, 
come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta 
la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi: 
è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce 
di risplendere, inconsapevolmente diamo 
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure, 
la nostra presenza 
automaticamente libera gli altri.

 


Pensate che potere forte abbiamo sulla nostra vita e su quella degli altri. E' fortissimo!
E allora parti da te, per incontrare l'altro, parti dalla meraviglia che sei e inevitabilmente attirerai altre meraviglie attorno a te. Partire dall'idea che ti sei fatto dell'altro è continuare a rimanere ed a far rimanere "nell'ombra". E nell'ombra non si "risplende". Tante volte ci accontentiamo dell'ombra perché ci sembra più sicura, più nota e questo finisce per pesare di più, sul piatto della bilancia, dell'incertezza del nuovo e del bello seppur tanto desiderato con il rischio di inseguire qualcosa che non si raggiungerà mai.

Ed anche Ghandi diceva "Se vuoi cambiare il mondo prima cambia te stesso. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo."
Sugli altri non abbiamo alcun potere, e meno male. Su di noi si! E il potere che abbiamo su di noi certamente contagerà gli altri.

E poiché ciascuno di noi non vorrebbe che un altro lo schedasse a vita senza dargli più nessuna chance, alleniamoci ad essere aperti anche al cambiamento possibile nell'altro. In tal modo faremo all´altro ció che vogliamo sia fatto anche a noi!

18.11.13

Dove abita la felicità?


Dicevamo nel post precedente che riporre nelle mani degli altri la nostra felicità è un inganno in cui facilmente si cade. “Se

fai questo per me io sarò felice!”: ne sei proprio sicuro? Se è così allora lascia che ti dica una cosa: sei spacciato/a in partenza. Basterà che la volontà dell’altro sia differente dalla tua per farti sprofondare; che un progetto a cui tenevi non venga accettato e tutta la tua vita è nel baratro; che l’uomo o la donna a cui fai il filo ti dica di no una sera perché non gli va di uscire (è preoccupato per quanto sta accadendo sul lavoro, o in famiglia, ha avuto una esito negativo ad un esame e vuole avere un attimo di pace interiore per capire quale sarà il passo successivo, ecc,) ed ecco che tu ti senti svalutato, sminuito, non considerato mentre la scelta dell’altro non dipende affatto da te.
Le convinzioni che abbiamo sulla felicità e il conseguente nostro atteggiamento hanno il potere di condizionarci e soprattutto non ci permettono di riconoscerla e viverla. La felicità è uno stato mentale a cui il nostro cervello tende, le ricerche lo dimostrano ormai da anni eppure continuiamo ad avere dei preconcetti forti su di essa.

Crediamo che la felicità vada meritata e/o conquistata “Se faccio/realizzo/raggiungo questo mi sentirò bene/felice/appagato!” Devo meritarmela, devo sacrificarmi per essere felice, devo rinunciare a, devo lottare per… Ogni devo che aggiungi alla tua vita la rende pesante e faticosa e crea in te un conflitto. Ogni volta che trasformi un dovere in una scelta, anche talvolta costosa in termini di impegno e di rinunce, fai in modo che quella fatica si trasformi in energia positiva e ti appaghi. Non possiamo vivere solo di piaceri né possiamo essere schiacciati dai devo che spesso diventano una vocina insidiosa e soffocante che opera in noi e non ci lascia liberi. La libertà che porta alla felicità è l’atto della scelta che partendo da un condizionamento (devo) si trasforma in una accoglienza di quanto sta accadendo e da senso a ciò che accade.
Alcuni credono che si debba lottare per essere felici, non vi pare un controsenso? La felicità è di tutti, se è così ce l’hai già, non è l’altro che te la sta rubando e non c’è alcuna lotta da fare. Sarà il modo come tu reagirai a quella situazione a renderti felice oppure sofferente. Numerosi studi scientifici evidenziano come il  nostro cervello è programmato per produrre felicità continuamente attraverso una serie di connessioni di pensieri e di capacità di dare senso. La felicità prodotta dal nostro cervello è sostenuta da alcuni sistemi importanti quali quello della valutazione del piacere e della gratificazione che si mantengono attivi per mezzo della produzione di endorfine e neuro-trasmettitori, che regolano il nostro stato di benessere e felicità.

Crediamo che la felicità appartenga ad altri e sia lontana da noi “Tutto questo potrà accadere agli altri, per me non sarà mai così!” Come una sorta di rassegnazione, di predestinazione. Ti hanno mai detto che non si avvera ciò che chiedi ma ciò che credi? Che c’è un modo di essere profetici su se stessi (la profezia che si auto avvera) legato alle energie che metti in campo in base a quelle che sono le tue credenze di base? Se gli studiosi di psicologia sociale hanno ragione forse dovresti ravvederti sulle tue idee di partenza: la felicità è per tutti! Se sei parte del tutto è anche per te e può essere così vicina da non riuscire a vederla? Sì, scava bene dentro di te e continua a leggere il post.

Crediamo che la felicità sia una meta irraggiungibile “Non sarò mai così felice!” Rendiamo le nostre mete irraggiungibili ogni volta che idealizziamo una condizione. Noi viviamo nella realtà, non nell’ideale. La felicità ideale non esiste qui in mezzo a noi, esiste la felicità possibile, quella che tu puoi sperimentare e anche amplificare, lo sapevi? Sì, la felicità si amplifica quando permetti all’altro di condividerla con te. In quella condivisione l’altro diventa cassa di risonanza che accresce la tua felicità. Ti sembra strano? Prova a pensare a quando hai avuto una gioia e sei corso a comunicarlo a qualcuno: che reazione ha avuto? Una persona che ti ama (nel senso più generico del termine) è stra-felice per te e questo suo essere felice per te ha aumentato la tua gioia?
Una accortezza: non far caso a chi blocca la tua espressione di gioia, molto spesso ha solo paura di non saperla gestire e che non ce ne sia per lui/lei. Magari gli/le sarebbe utile leggere questo post e potresti girarglielo.

Crediamo che la felicità sia legata alle contingenze esterne “Se accade questo sarò felice!” Sappi che puoi essere felice a prescindere da ciò che accade. Essere felici perché il sole sorge, perché oggi è un giorno nuovo ed è un'opportunità ancora per fare/dire/provare/dare; essere felice mentre attorno a te tutto è sofferenza, fatica, impegno sono condizioni che appartengono a te e a te solo!
Se stai cercando la felicità fuori di te la stai cercando lì dove non c’è.

VUOI ESSERE FELICE? Come sempre alla base del cambiamento di una condizione che si mantiene nel tempo c’è una decisione da prendere. Quale è la tua? Quali condizioni poni alla felicità? Cosa ritieni che ti serva per essere felice?
Ci sono persone che hanno ben poco, non sono alla ribalta e hanno pochi contatti eppure si dichiarano molto felici. Dalla maggior parte delle persone sono considerate delle persone semplici eppure sanno come lasciare spazio in loro alla felicità, sono contente di ciò che hanno e ne sono grati. La felicità, come la sofferenza, è un prodotto del nostro cervello, un derivato dei significati che diamo alla nostra esperienza, di ciò che chiediamo ogni giorno e in ogni situazione alla nostra vita per appagarci.
Inseguire cose grandi è bello, ma se non abbiamo imparato a dare senso al bello delle piccole cose siamo sicuri che i grandi successi ci gratificheranno?

La gioia è in te ed è una scelta: scelgo di essere felice! A partire da questa scelta posso sviluppare e potenziare pensieri positivi, azioni e gesti che producano felicità. 
Ricorda che il motore è in te, e fintanto che la cerchi lontano da te o fuori da te resterà irraggiungibile e non tua. Ugualmente se scegli di tenerla tutta per te e non condividerla otterrai che ben presto si esaurirà, mentre nel condividerla permetterai che si moltiplichi!

8.11.13

Per chi suona la campana?

Se sei parte del mondo suona anche per te! 
Diceva Ernest Hemingway


Eppure molte persone quando ascoltano o vedono o apprendono qualcosa di significativo pensano che non sia rivolto a loro ma a qualcuno che conoscono che ne ha più bisogno. Ma quanto siamo buoni! Una generazione di crocerossine, di salvatori dell’umanità…peccato che quando ci sia da condividere il bello, la ricchezza o beni materiali molto difficilmente pensiamo agli altri con tanta facilità.


Dove sta l’inganno?
L’inganno è nel ritenere che siano sempre gli altri ad avere bisogno di cambiare e che per noi va sempre tutto bene. Come se utilizzassimo per gli altri la teoria evolutiva dell’essere umano e per noi una teoria della staticità. È possibile!?
Un altro inganno è nel riporre nelle mani degli altri la nostra felicità “se l’altro fa questo io sarò felice!” ne sei proprio sicuro? Se è così allora lascia che ti dica una cosa: sei spacciato in partenza. Basterà che la volontà dell’altro sia differente dalla tua per farti sprofondare (ma di questo sarà bene che ne parliamo la prossima volta per non mettere troppa carne al fuoco).
Molto spesso mi si chiede, anche in psicoterapia, di fornire strumenti per cambiare il comportamento del partner. Inutile dirvi che a quel punto,con tutta la delicatezza possibile diventa indispensabile spostare l’attenzione dall’altro al sé. Ognuno di noi vuole sentirsi confermato per ciò che fa, pensa, dice. Ognuno vuole sentirsi stimato e riconosciuto. È allora perché questo non dovrebbe valere anche per l’altro?
Se non valesse anche per l’altro sarebbe cosa grave, molto grave. Significherebbe che stiamo chiedendo all’altro di essere un oggetto, di essere esattamente per come noi lo vogliamo o meglio ancora per come serve a noi per confermare la immagine di noi stessi e per appagarci.
Insomma un altro diverso da noi che fa ciò che vogliamo noi! Che meraviglia! Solo che non siamo a Disneyland, né in qualche fantastico mondo dei desideri, siamo nella realtà e nella realtà, perché la felicità possa essere di tutti, c’è un accorgimento, quasi una ricetta magica: FA ALL’ALTRO QUELLO CHE VORRESTI FOSSE FATTO A TE.
Meraviglioso, non trovi? Magari l’hai già sentito dire e ti chiedi se funziona davvero[1]. Solo che non sempre è così facile che quello che tu vorresti sia fatto a te coincida con quello che l’altro vorrebbe per sè. E allora come la mettiamo?
Ecco un altro segreto di pulcinella: siamo esseri umani e in quanto tali dotati di parola, di empatia e variegati. Niente paura, le prime due cose si imparano, l’altra è un dato di fatto e non ci puoi far nulla. Eh si! So anche che a parlare impariamo, bene o male, quasi tutti ma ad essere empatici: beh! Su questo hai ragione non tutti se la cavano. Ricorda: puoi sempre migliorare! Basta solo cominciare e ti accorgerai che è molto piacevole entrare in risonanza con le emozioni dell’altro, con le sue situazioni di vita e soprattutto ti accorgerai che crea molta vicinanza. Prova ad ascoltare di più ciò che gli altri dicono, vivono e mostrano. Guardale in faccia, osserva con tenerezza i loro comportamenti e vedi cosa accade.
Allora buon allenamento!





[1] Si lo so! Già ti sento brontolare. Troppe volte la vita ti ha rifilato delle sole e certamente non ti fidi. Lo capisco. Ma ascolta: hai mai sentito parlare di un invito a gettare le reti dall’altra parte? Ad agire un fuori schema? A fare una cosa che per i tuoi canoni e per i tuoi amici e parenti potrebbe apparire del tutto illogica? Ti invito a pensarci. Magari cambiando schema può darsi che qualcosa di diverso accada anche nella tua vita. Hai qualcosa da perdere? Sappi, e ricordalo bene: LA FELICITA’ E’ PER TUTTI!

31.10.13

Tu come ti affezioni?



Ci sono persone che sono espansive, alcune sono anche molto tattili, amano il contatto fisico, altre invece sono più restie ad avvicinarsi. Per certi aspetti queste caratteristiche sono delle predisposizioni ma per tanti altri sono dei comportamenti appresi sin dalla più tenera età in base alle esperienze che facciamo della nostra corporeità (se siamo stati accarezzati, massaggiati, coccolati) e del grado di vicinanza che possiamo sperimentare come sicuro (se nell’esperienza personale c’è quella della fiducia, della riservatezza della confidenzialità, tenderò ad essere più facilmente intimo con l’altro, viceversa se l’esperienza è quella del tradimento della fiducia o della ridicolizzazione tenderò ad essere maggiormente introverso rendendo inaccessibili emozioni e pensieri.
Provo ugualmente delle emozioni?
Certo che si! Solo che la coloritura delle emozioni è molto variopinta e la stessa emozione può essere provata a gradi diversi da persone differenti anche in situazioni piuttosto simili. Come se avessimo dei recettori che per qualcuno si attiva al massimo e per qualcun altro un po’ meno.
Cosa possiamo fare?
Chi è più propenso ad esprimere le sue emozioni sicuramente dovrà allenarsi a leggere i dati di contesto per capire se il luogo e il momento sono quelli opportuni e se le persone che ha di fronte possono accogliere la sua espansività. Viceversa chi è più introverso dovrà vincere un po’ di resistenze e cominciare a partecipare qualche aspetto di sé, dapprima agli intimi, poi pian piano anche con gli altri tenendo sempre ben presente che con gli intimi potrà allenarsi a dire di più di quanto dirà mai ad un conoscente o ad un collega che non sia anche amico.
Esprimere la propria gioia contagia anche gli altri; esprimere le proprie paure crea condivisione e vicinanza permettendo il sostegno e l’incoraggiamento; esprimere il proprio dolore permette l’accoglienza; esprimere il proprio disgusto permette la definizione dei confini tra ciò che siano noi e ciò che è l’altro e dei limiti tra ciò che condividiamo e ciò che rifiutiamo; esprimere il proprio stupore è il grazie che diciamo all’altro per il dono che ci ha fatto.
Molto spesso tendiamo a socializzare solo alcune delle emozioni mentre le emozioni tutte sono la coloritura e non le sfumature della nostra esistenza. La loro espressione permette l'avvicinamento tra le persone. 


Chi ha imparato ad esprimerle vive certamente meglio e si relazione anche meglio, e in questo ci si può sempre migliorare. Attenzione invece a non vomitarle sull’altro, potreste pentirvene e fargli molto male!

E allora buone colorite emozioni!

21.10.13

Ci credi nell'amore?

Ehi tu! Dico a te! Cosa pensi dell'Amore? 

Credi che esista, che sia solo una montatura cinematografica o meglio ancora una trovata commerciale, credi che sia un fuoco di paglia, credi che “c'è, esiste, non si vede e ti sta aspettando”?!
Che idea ti sei fatta di Lui: di quel simpatico puttino alato che se ne va in giro con arco e frecce e non si sa mai se tira bene la mira oppure no?
Dicono che sia cieco, allora come fa a tirar frecce per far accoppiare le persone. Io, questi miti, proprio non li capisco!!! E tu?


Ti racconto una storia, leggila piano....

La FOLLIA decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la FOLLIA propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che cos'è?" domandò la CURIOSITA' "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete quando avrò terminato di contare, vi cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad eccezione della PAURA e della PIGRIZIA. "1.. 2.. 3.. - la FOLLIA cominciò a contare. La FRETTA si nascose per prima, dove le capitò. La TIMIDEZZA, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La GIOIA corse in mezzo al giardino. La TRISTEZZA cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'INVIDIA si unì al TRIONFO e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La FOLLIA continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La DISPERAZIONE era disperata vedendo che la FOLLIA era già a novantanove. CENTO! - gridò la FOLLIA - Cominciò a cercare...la prima ad essere trovata fu la CURIOSITA', poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la FOLLIA vide il DUBBIO sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la GIOIA, la TRISTEZZA, la TIMIDEZZA. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è L'AMORE ?". Nessuno l'aveva visto. La FOLLIA cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'AMORE. Cercando da tutte le parti, la FOLLIA vide un roseto, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'AMORE, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La FOLLIA non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'AMORE per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'AMORE accettò le scuse. 
OGGI L'AMORE E' CIECO E LA FOLLIA LO ACCOMPAGNA SEMPRE.


Tutte queste emozioni ed i comportamenti ad esse correlati esistono veramente e chissà quante volte nella tua vita ti sarai riconosciuto con uno di questi atteggiamenti.
Come ti comporti di fronte all’amore? Sei timido/a e ti nascondi velocemente cercando di non farti scoprire; sei “folle”e distratto e finisci per ferire l’altro anche senza volerlo; come la paura e la pigrizia ti tiri indietro “troppa fatica”, "chi me lo fa fare!"; come la curiosità e la fretta ti lanci troppo presto e senza badare ai particolari; come la tristezza e la disperazione ti fai prendere dall’emozione oppure resti intrappolato/a nel dubbio?

E' gustando la gioia piena della relazione che l’amore farà capolino dal suo nascondiglio!

19.10.13

Felici di essere single o single felici?


L’erba del vicino è sempre più verde, si dice! Ed ahimè non è solo un modo di dire. Tendenzialmente sono poche le persone felici di come sono e di ciò che hanno, che vivono bene il loro tempo presente: tre condizioni essenziali per il vivere bene e felici. Queste persone attraversano meglio di altre anche le situazioni più difficili e dolorose. I più, invece, rincorrono ciò che non hanno. Condizione che, purchè non si cronicizzi o diventi uno stato di insofferenza, è una tappa indispensabile per portare ai cambiamenti desiderati.
Essere single per alcuni è una sfortuna, per altri un disagio, per altri ancora un privilegio, per altri una fase di passaggio. Per te come è?

L’essere single è prima di tutto una condizione esistenziale indispensabile. Se non siamo prima “separati dall’altro” non possiamo stare bene “con l'altro”. Se non siamo separati ci “appoggeremo” costantemente all'altro e questo con il tempo logora fortemente i rapporti, anche quelli più belli e non solo in amore.
Il tempo in cui sei single diventa allora un tempo prezioso in cui prepararti per l’incontro (già perché via via che andremo avanti ti accorgerai che ci sono un po’ di tappe fondamentali per passare dall’essere single all’essere in coppia e alcune sono indispensabili, come quella dell’incontro che vedremo più avanti). È un tempo in cui concludere il passaggio dall’essere figlio all’essere adulto, è un tempo in cui conoscerti fin nel profondo, in cui imparare a guardare fuori di te, all’altro inteso come “altro essere umano come te ma diverso da te”.

E tu, come vivi e/o come vorresti vivere il tuo essere single di questo momento?
Sì perché una cosa te la voglio dire subito: puoi parlare solo per il momento presente. Ciò che il futuro ti riserva non ti è dato ancora di saperlo. Ciò che puoi fare oggi è semplicemente una scelta: in che modo vivere la tua situazione attuale (con tristezza e rassegnazione? Con vittimismo e recriminazioni? Con orgoglio e fierezza? O piuttosto con un atteggiamento di apertura e curiosità ma anche di attesa costruttiva?)
Attenzione, c’è una trappola: dedicarti a tanti aspetti della vita che altrimenti trascureresti va bene, anche benissimo ma potrebbe accadere che questi diventino il centro della tua vita e allora lo scopo per cui dovrebbero servire (arricchirti come persona) rischia spesso di diventare un altro (non puoi più fare a meno di loro) facendoti perdere di vista ciò che nel tuo più profondo desideri.
E te ne accorgi subito. Una persona felice di essere single non vuole rinunciare ai suoi spazi, a come ha strutturato il suo tempo, ai suoi hobbies, tutte cose molto belle. Un single felice continua ad usare i suoi spazi, struttura il suo tempo, coltiva degli hobbies ma a tempo debito ha quella liberta interiore che gli permette di posporli, fino a rinunciarci se proprio è necessario, per realizzare ciò che di più bello porta nel cuore. Egli ha compreso che non sono le cose che fa a renderlo felice ma il suo stare bene nelle cose che fa, qualunque esse siano.


In fondo è il modo come vivi la tua situazione che fa la differenza. 


Pensaci un pò su...

16.10.13

Fai spazio all’amore!

Fai spazio all’amore!

Quando è che hai iniziato a riempire tutto il tuo tempo? Quante volte ti sei ritrovato a dover rinunciare a qualcosa perché avevi preso già impegni o perché il tuo tempo è già sempre pieno di tutte le cose che ti piace fare? E come è che la tua vita si è riempita di tutte queste cose belle?
Sono felicissima per te che ne fai tante, che hai saputo trasformare i tuoi talenti ed i tuoi hobbies in qualcosa di impegnativo ma… Quante volte per non sentirti solo, per non restare senza fare nulla, per l’impazienza o la sfiducia di attendere o fare una proposta dagli amici, per il timore di fare brutte figure o passi falsi hai cercato e finalmente trovato come dar sfogo alle tue innumerevoli passioni… già, quante volte? È così oggi quelle che chiami le tue passioni possono rischiare di diventare le tue prigioni, quelle che ti ingabbiano nella ripetizione di una vita sempre uguale benchè tu desideri qualcosa di diverso. Da hobbies per riempire il tempo libero si sono trasformate in impegni per non lasciarti tempo libero… e allora, tu che sogni ancora il principe azzurro o la bella addormentata nel bosco e credi che senza l’intervento di fata turchina niente potrà cambiare nella tua vita; tu, proprio tu: FAI SPAZIO, CREA TEMPO… senza un tempo in cui l’incontro con l’altro si possa inserire nulla è possibile. Il tempo strutturato a cosa ti serve veramente?

Qual'è il posto per l'altro?
Soluzioni su misura per te!











Amico, caro amico…ci sei ancora?

Caro amico mio, esisti ancora? Hai un senso nella mia vita così fortemente autodeterminata? Un tempo era per mezzo tuo che riuscivo a conquistare la ragazza conosciuta alla festa di quel conoscente o il ragazzo che frequentava lo stesso gruppo di tuo fratello… e oggi su quale spalla posso contare?
Certo un po’ ti ho trascurato, certo per averti ancora amico dovrei dedicarti del tempo..ma come faccio? Ho tante, troppe cose a cui non posso (leggasi ‘non so’) più rinunciare.
Qualcuno qualche volta mi ha parlato di una cordata, quella che rende sicuri quando si va in gruppo in montagna. A che cosa mi servirà mai se vivo in città?



L’importanza di un ‘incontro’

Esistono incontri fuggenti ed esistono incontri che durano il tempo di una vita. La relatività del tempo soggettivamente percepito è cosa ormai nota. La relazione è sempre un terzo elemento che si inserisce tra due persone. Tutti gli incontri sono dello stesso tipo? Se ti chiedessi di definire gli incontri che hai fatto nell’ultima settimana come li definiresti? Provaci un po’!



I luoghi dell’incontro

Ci sono luoghi in cui è più facile conoscere una persona?
Partiamo da due presupposti logici: 1) per conoscere una persona devi innanzitutto volerlo…e non solo con le parole e le intenzioni, ma anche con i fatti (per intenderci devi uscire dal tuo guscio e avventurarti in sentieri rischiosi); 2) per conoscere una persona anche l’altra deve essere interessata a farsi conoscere (non le si può chiedere di più al momento, ad es. non può ancora essere l’altro/a persona ad essere interessata a conoscerti, devi prima suscitare il suo interesse)
Detto questo possiamo dire che alcuni luoghi (feste, congressi, palestre, associazioni, eventi, ecc.) sono certamente più favorevoli di altri. Ciò che farà la differenza è come tu utilizzi quel luogo e le possibilità di conoscenza che esso ti offre.


La chat è un luogo di incontro?

Certamente oggi le possibilità di conoscersi in chat o attraverso i social network sono modalità sempre più diffuse, per alcuni la chat è divenuta l’agorà universale. L’assenza di confini (territoriali e sociali) da un certo brio e la possibilità di mettere in scena le parti che crediamo migliori di noi ci da un senso di potere e di controllo sull’incontro che in presenza non avremmo. Fondamentalmente la chat è un luogo di incontro ma è un luogo anche selvaggio, le cui regole non sono chiare e condivise e pertanto può nascondere tranelli e pericoli. Da usare con moderazione (per non perdere di vista i contatti reali con le persone) e con le dovute precauzioni (fare attenzione a dare riferimenti altamente personali prima di aver maturato un certo grado di fidabilità sull’altro, in caso di incontri non farlo in luoghi isolati e/o se possibili valutare la presenza anche di altre persone, comunicare dell’incontro a qualcuno, ecc.)



I tempi dell’incontro

Esistono fasi e passaggi, rituali e cicli, come nella crescita umana e nell’evolversi delle stagioni così anche nei rapporti umani. Il tutto e subito è un utopia nella relazione adulta e matura, il tutto e subito è il mero scambio di attenzioni, momenti, prestazioni. La gradualità,che non è mai né lentezza né sacrificio, ma mera predisposizione e attesa degli eventi in parte per come noi li vorremmo ed in parte per come essi stessi debbono andare secondo un corso naturale della vita che non appartiene a noi. Ma come fare a vivere questi tempi? A colmare l’ansia e il bisogno di controllarli? Come fare a non temerli né ad essere sopraffatto da loro?
Il solo tempo che abbiamo da vivere è il presente, il passato è andato e non ci possiamo far nulla più, il futuro non esiste, deve ancora arrivare. Riportare il passato o anticipare il futuro in una relazione può solo essere deleterio…ed i modi per uccidere così una storia sono tanti.


23.9.13

Meglio soli che male accompagnati?

Durante un viaggio di qualche tempo fa incontrai due signore che mi conoscevano sin da ragazzina, entrambe sposate ed entrambe con figli. Mi chiesero come stavo e se ero fidanzata, risposi di no e si stupirono. 
Qualche istante di silenzio e poi... la prima, per superare l'imbarazzo di non saper come proseguire aggiunse tentando un'espressione di complicità ammicchevole sul volto "Meglio così! In questo modo sei libera di fare ciò che vuoi". La seconda signora a questo punto non può più tacere e interviene "E' un esperienza che devi fare, se hai al fianco la persona giusta si condivide ogni cosa, nel bene e nel male e c'è tanta gioia".
A chi delle due daresti ragione?
Un input per farti un idea lo trovi nella "antica storia Cherochee" pubblicata sulla barra laterale dell'home page, almeno per spiegarti come mai ci possano essere posizioni tanto diverse sulla stessa situazione.

Quante volte anche tu ti sei trovato a vivere situazioni in cui nell'altro hai letto l'imbarazzo del non saper che dirti e subito dopo hai ascoltato frasi dette così, solo per riempire l'etere ma che hanno un grande ascendete sui pensieri che interiorizziamo, le idee che ci facciamo?


Ognuno ti indica il suo personale sentiero e ci vuole molta saggezza per lasciare a ciascuno la possibilità di farsi la sua personale opinione e molta determinazione per CONCEDERSI di invertire la rotta.
Se ritieni che anche per te sia necessario passare dalla posizione della prima signora a quella della seconda, VIENI E VEDI! Il programma ESEC fa per te.
"Essere single Essere in coppia" altrimenti noto come AMORE E'... ha l'obiettivo di svelare i retroscena dell'amore, di frenare le illusioni, di imparare dalle tue cicatrici, di toglierti le bende e vederci chiaro, di preparare la strada all'amore che non è ancora arrivato e di rinforzarne i bordi per quello che hai incontrato già.



Mi presento!

Ci presentiamo: io ed ESEC

Mi chiamo Antonella Ritacco e sono una psicologa e psicoterapeuta ad orientamento pluralistico integrato. Vivo e lavoro a Roma e nel mio percorso professionale e di vita sono arrivata a chiedermi il perchè di tanti single adulti nella nostra epoca. Sono molti quelli che “scelgono” (se di scelta si può parlare) questo status, almeno per un certo periodo di tempo; moltissimi lo subiscono e lo rifiuterebbero se solo ne avessero la possibilità.
Cosa è accaduto di così “terribile” perché le nuove generazioni non riconoscono più i codici insiti nell’organismo per riconoscere e vivere l’amore umano? Quali e quante sofferenze gratuite ci infliggiamo?

A partire da queste domande ho deciso di integrare vari saperi e sapienze: da Z. Bauman ho appreso il concetto di società liquida e amore liquido, proprio del nostro tempo. Da E. Berne ho appreso la stratificazione Adulto-Genitore-Bambino attraverso la quale ci sviluppiamo e connaturiamo il nostro modo di essere. Dalla terapia gestaltica di F. Perls ho appreso che il nostro corpo ha la memoria di un elefante e ricorda ogni cosa che la nostra mente dimenticherebbe e l’importanza del qui e ora della relazione. Da C. Rogers ho appreso che in ciascuno esiste un elevato potenziale che si può esprimere solo in un ambiente favorevole e che in noi opera una tendenza attualizzante che spinge la persona a desiderare di essere ciò che può essere. E molti altri autori, pensatori e filosofi del nostro tempo e dei tempi passati sono stati messi a confronto per rispondere a questi interrogativi. 

Nel 2010 comincio così a delineare il progetto ESEC - Esseresingle Essere in coppia che si rivolge in particolar modo ai single over 30 ed alle coppie nascenti per sostenere una relazionalità che favorisca l'incontro, l'ascolto, la conoscenza e la reciproca accoglienza tra un uomo e una donna che vogliono continuare a credere nell'Amore, scommettendo sull’incertezza, nonostante le statistiche e a discapito delle statistiche stesse. Sempre più matrimoni falliscono e dopo un primo divorzio troppo alte sono le percentuali di recidiva con una seconda unione. E’ solo un caso? È motivo per non credere più nell’Amore o è solo l’input per accogliere una delle sfide del nostro tempo? 
L’obiettivo a medio breve termine che mi prefiggo con il percorso ESEC, parte del più ampio programma La Grammatica dell’Amore, è quello di chiarire alcuni dubbi su concetti ed aspetti importanti delle relazioni amorose (attraverso il seminario) e permettere un cambiamento di schemi comportamentali che ostacolano una sana relazionalità (workshop).

Personalmente credo nelle infinite potenzialità dell'essere umano di migliorarsi e di crescere, di cadere e rialzarsi sempre più forte e nella accurata capacità di fasciare e medicare le proprie ed altrui ferite affinchè possano essere portate nella vita come un bagaglio leggero che ci contraddistingue, come l'elemento distintivo che ci ha permesso di crescere e diventar ciò che siamo.

Auguro a quanti già hanno partecipato a seminari e/o laboratori di saper mettere in pratica i contenuti appresi e a quanti desiderano parteciparvi di trovare lo slancio per mettersi in cammino.
Il viaggio dentro se stessi è, senza dubbio alcuno, quello più avventuroso che ci possa essere.

Altre informazioni su di me, sulle iniziative che porto avanti e anche in merito al mio curriculum formativo-professionale possono essere visionate attraverso la pagina google: http://www.antonellaritacco.it/