26.8.20

Integrare il maschile ed il femminile nella coppia

 Fonte: Città Nuova


Nella coppia è necessario un  processo di integrazione lento e continuo che si basa sull’interazione costante tra i due. Maschile e femminile sono  caratteristiche comportamentali da conoscere bene


Vita di coppia. Sapete che anche nella nostra psiche esistono un maschile ed un femminile? Queste caratteristiche comportamentali non sono prerogativa di uno o dell’altro sesso sebbene connaturino l’orientamento sessuale e siano l’espressione comportamentale rispettivamente dell’uomo e della donna. Quando in una coppia i due partner si incontrano, molto di ciò che ha a vedere con i loro ruoli psico-socio-affettivi dipende dal modo come ciascun partner ha interiorizzato ed esprime entrambe queste caratteristiche.

La psicologa Sara Cattò nel suo libro “Imparare ad innamorarsi”, oltre ad illustrare quanto sopra, evidenzia come una donna ed un uomo che esprimono appieno rispettivamente il proprio lato femminile ed il proprio lato maschile siano capaci di rinforzare nell’altro gli aspetti secondari, che sono propri invece del partner. Ad esempio una donna che esprime appieno la sua femminilità offre stimoli al partner per accrescere l’area dell’espressione delle emozioni. Viceversa un uomo che esprime appieno i suoi aspetti maschili offre altrettanti stimoli alla donna per meglio contenere e ridefinire le stesse emozioni.

Questa considerazione apre uno spazio di riflessione sulle affermazioni di coloro che lamentano dei limiti nel modo di amare e di fare del partner. L’interrogativo che si pone diventa dunque non tanto se l’altro sta dando il meglio di sé ma se io,per prima, sto esprimendo nella relazione con l’altro il mio potenziale di femminilità, o viceversa di mascolinità, in modo da attivare naturalmente nel partner la corrispondente compensazione.

Giacomo rimprovera spesso a Carla di non lasciarsi aiutare. Lamenta la possibilità di fare qualcosa di bello per lei. Carla a sua volta lamenta di non avere spazi di autonomia e non sentirsi capita. Quando una sera sul divano Carla si concede di ascoltare la lamentala di Giacomo senza percepire un rimprovero e senza la solita sensazione di dover rivendicare la propria autonomia, anche Giacomo si sperimenta più capace di comprendere ed accettare il bisogno di Carla. Pian piano i due raggiungono un piccolo compromesso: Carla accetterà più volentieri le sollecitudini di Giacomo e questi d’altro canto non si sentirà rifiutato o svilito quando Carla gli porrà un limite.

Giacomo e Carla stanno cercando di integrare e rivedere gli aspetti che socialmente sono stati attribuiti alle loro figure nei rispettivi contesti in cui sono cresciuti. Oltre a questo, stanno lavorando sulle loro dinamiche interne psico-affettive, di come ciascuno si sente in risposta al comportamento dell’altro. Anche in questo caso il riferimento alla loro storia personale può aiutarli a comprendersi e rispettarsi meglio nei loro desideri e bisogni.

Le attenzioni di cui Giacomo vorrebbe circondare Carla per lei possono risultare troppe avendo imparato a dover fare da sé e volendo mantenere i suoi spazi di autonomia. Ricevere attenzioni le fa piacere, ma non se da queste ne deriva una disconferma delle sue capacità o ne percepisce una perdita di controllo su di sé e la sua vita. Quando Giacomo riesce ad offrirle il rispecchiamento empatico che le occorre, anche Carla diventa capace di accettare le sue premure.

Possiamo ben immaginare che la scena assumerebbe altri connotati senza questa comprensione profonda l’uno dell’altro. Ad esempio rischierebbe di divenire pretesto per uno scontro mentale tra scuole di pensiero. I temi si prestano bene d’altronde ad innescare una diatriba tra ruoli maschili e femminili.

Solo una scelta meditata di Carla e Giacomo può confinare il dialogo ad un esercizio libero di scambio di attenzioni e di riconoscimenti vicendevoli in cui rafforzare l’integrazione di parti di sè.

Questo processo di integrazione nella coppia è lento e continuo e si basa sull’interazione costante tra i due, in cui sia il riconoscimento e l’affermazione personale sia il riconoscimento e l’accoglienza dei bisogni e caratteristiche dell’altro si confrontano costantemente.



21.8.20

Decisioni, momenti importanti in una coppia

 Fonte: Città Nuova


Non sempre è facile dialogare fra lui e lei quando ci si trova di fronte a scelte significative. Qualche consiglio


Ci sono decisioni nella vita che richiedono tempo e maturazione. Quando la coppia si trova a doverle prendere vengono fuori per lo più tutte le caratteristiche legate al ruolo all’interno del proprio nucleo ma anche quelle legate al proprio maschile e femminile interiorizzato.

Riprendendo gli sketch di John Gray nel suo libro “Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere”, possiamo immaginare come la curva ormonale variabile della donna e le sue numerose interconnessioni cerebrali la portino ad esprimere contemporaneamente e senza troppa consapevolezza pensieri emozioni ed azioni, che verranno consapevolizzati nel mentre del processo. L’uomo a sua volta, “cavernicolo”, tende ad aver bisogno di pensarci su prima di decidere e per questo prende tempo. Inoltre la propensione all’azione dettata dal suo ormone principale in circolo (il testosterone) non lascia spazio a molta variabilità: egli vorrà lanciarsi verso la soluzione del caso appena ritiene che i dati in suo possesso sono sufficienti a prendere una decisione.

La donna vuole però invitarlo a stare nel (suo) processo e torna più volte sull’argomento. Ha bisogno di abbassare i suoi livelli ormonali e lo fa parlando. Cosa immaginate che succeda? Lui si stanca perché gli sembra di sentire le stesse cose e la donna è spronata a esplicitare meglio ciò che di nuovo ha colto ma senza girarci attorno.

In una coppia i cui partner hanno un buon legame e sono sereni, questa scena si svolge normalmente con toni medio-bassi, a volte ironizzando sulle peculiarità l’uno dell’altro o esprimendosi delle richieste vicendevoli di ascolto o di venire al dunque, altre volte attendendo pazienti che l’altro si renda conto da solo.

Ciò che emerge è che le decisioni si assumono per gradi, che fintanto che si è dentro ad un processo decisionale, ogni nuova consapevolezza è in grado di mettere in discussione la soluzione possibile che si sta cercando di dare.

Ma perché è così difficile a volte assumere una decisione di vasta portata? Alcune decisioni hanno il potere di cambiare la propria vita. Proprio in virtù di questa risonanza ci sono aspetti che necessitano di essere ben guardati ed altri per cui occorre assumersi l’incognita. E la decisione può essere assunta in tutta la sua portata quando si è ben compreso quale essa sia.

Se Rosalia e Gianni ad esempio sono d’accordo sulla linea essenziale della soluzione ipotizzata ma c’è un qualche aspetto che ad uno dei due non convince fino in fondo, è importante che i due si siedano e ne parlino finché il dubbio non sia chiarito, se si può chiarire. Quando questo non è possibile sarebbe almeno necessario che ci si possa sentire ascoltati e compresi fino in fondo nel proprio dubbio, proprio in virtù di un passaggio necessario all’accettazione delle incognite da assumere. Se poi il confronto finisce per essere del tipo “disco interrotto” in cui ci si ripete ad oltranza con formule stereotipate, allora c’è qualcosa che ancora non è emerso del tutto ed a maggior ragione è necessario parlarne ancora più approfonditamente.

Questo dialogo, per quanto laborioso e talvolta scomodo, diventa non solo un processo decisionale ma anche un percorso di crescita nell’intimità di coppia in cui si può sentire di poter affidarsi l’un l’altro le reciproche paure e speranze. Un altro punto che la coppia scopre è come imparare a fare chiarezza in due.

In questi casi conoscere la fisiologia dell’ascolto maschile e femminile può aiutare molto. Imparare ad esempio a fare delle piccole premesse introduttive prima di ritornare sul discorso predispone l’altro ad un ascolto più attento. Oppure dichiarare che si vuole aggiungere ancora una cosa che è venuta in mente a posteriori. O ancora chiedere quando per l’altro potrebbe essere un momento buon per ritornare sull’argomento.

Insomma allenare insieme una sana assertività nella coppia tenendo conto che le informazioni ed emozioni che la nostra mente elabora durante il giorno sono davvero tante e trovare insieme il momento opportuno aiuta ad organizzarsi ma soprattutto a prendersi cura del noi.



13.8.20

Donne in cammino

 Fonte: Città Nuova


Possibili percorsi e modi diversi di esprimere l'apporto femminile in un mondo complesso


Donne. Il concetto di femminilità risente delle influenze culturali e si trasmette nella relazione con le figure di accudimento. È un concetto ampio che riguarda l’intera persona della donna e non ha nulla a che vedere con la bellezza, né tantomeno con la seduzione. Eppure una donna femminile appare bella e seducente.

Alla base della femminilità c’è la consapevolezza di ciò che si è, della propria natura. Ad essa si unisce la capacità appresa di valorizzare quello che si è scoperto di sé, senza né la forzatura di mettersi in mostra e senza neppure la difficoltà di lasciarsi ammirare. Il baricentro da raggiungere è il proprio. Esistono tanti modi di essere femminili tanti quante sono le donne.

Uno dei motivi per cui le donne, sin dalla tenera età, guardano le altre donne è proprio questo: imparare a riconoscere se stesse e ad amarsi.

Se viene a mancare in famiglia questo esempio, lo si cerca dapprima esternamente. Quando questo non è possibile e per svariati motivi si riscontrano difficoltà a contattare la propria natura di donne, la propria bellezza e leggiadria interiore, allora una donna può arrivare a scegliere di non apparire.

Il risultato è che si finisce per trascurare sé stesse, temere di essere notate o solo osservate, di non saper come reagire ad un complimento o ritenerlo immeritato. Così facendo una donna si nasconde a sé stessa prima che agli altri e sembrerebbe destinata a non incontrarsi ed a non esprimere fino in fondo la sua essenza.

Riconnettersi a se. Quando queste donne si sentono pronte a contattarsi ed incontrarsi iniziano un lento e delicato processo che viene sovente simbolizzato con una rinascita o una rifioritura. Cominciano osservando le altre donne attorno, cogliendo e prendendo da ciascuna un particolare. Determinante è l’atteggiamento con cui procedono: non per invidiare né per squalificarsi, piuttosto per cogliere ciò di cui si bisogna e da cui si può apprendere.

Una variabile esterna non di poco conto è la disponibilità delle altre donne a lasciarsi osservare e fungere in qualche modo da modello. Occorrono dunque relazioni e contesti privi di competizione e di giudizi affinché la femminilità possa esprimersi appieno. Viceversa la loro presenza in misura massiccia frena la disponibilità di ciascuno a procedere con interazioni, confronti e scambi profondi.

Altre esperienze. Ci sono donne che con la loro femminilità ci si muovono bene. Non ricercano i complimenti ma se ne ricevono uno, ringraziano compiaciute e sorridono. Hanno scoperto la bellezza che sono e che hanno e la celebrano, indifferentemente dal tipo di vestito, di trucco, di acconciatura o se sono acqua e sapone. Queste donne amano farsi belle per sé, hanno scelto questo come loro stile, talvolta ci sono cresciute. Le loro carte vincenti sono il sorriso e la leggiadria, atteggiamenti con cui possono suscitare coinvolgimento o viceversa invidia.

Ci sono infine donne che desiderano incontrare ed esprimere la loro femminilità, ma sono troppo arrabbiate (sovente con se stesse o la loro storia) e rancorose per poter comprendere cosa essa sia veramente, quali passi siano necessari per raggiungerla e non confonderla con l’esteriorità. Anche loro le potremmo definire donne in cammino, pronte a sperimentarsi e ricominciare dopo ogni battuta d’arresto e determinate a raggiungere il loro scopo. Molto spesso è l’esperienza che maturano a guidarle, altre volte scoprono durante il tragitto, e per mezzo di terze persone, che dietro alla facciata degli obiettivi iniziali si nascondeva molto più di quanto loro pensassero.

Qualunque sia il percorso che ogni donna è chiamata a fare, qualunque sia il suo ruolo sociale o istituzionale la femminilità è un aspetto del nostro essere e come tale ci accompagna.