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22.1.16

Perchè si dice che i single al lavoro rendono di più? Come fare la propria parte riservandosi del tempo libero

Chi può farlo?
Quando c'è da organizzarsi, in ufficio come in famiglia, chi è che ha meno impegni e a rigor di logica (si ma quella altrui) ha piú facilitá nel gestire tempi e impegni? Il single! Che domanda.
La stampa ne fa un argomento da rotocalchi: "É una questione di pari diritti. Si organizzino anche gli altri." borbotta il single arrabbiato.
Non mi inserisco nel coro generale, io penso che a volte sia questione di buon senso e tante altre di aver chiarezza dei propri bisogni e progetti di vita, ammesso che si possano intendere veramente "propri" (siamo immersi di fatto in sistemi in cui abbiamo entrambi, sia diritti che doveri) e saper compiere i passi per portarli avanti avendo chiaro che alla meta finale si arriva per piccoli passi e non necessariamente tutto d'un fiato, che abbiamo molte occasioni per arrivarci ma non sono infinite e il piú grande nemico per arrivarvi siamo NOI, non gli altri. Non è il collega che ti chiede di fare lo strordinario al posto suo, ne la sorella che ti chiede di portare a visita la mamma o di pensare alla spesa o di occuparti di cercare e addestrare la badante, ne il vicino che ti bussa ad ogni momento perchè immagina che tu abbia tempo infinito...'in fondo, stai da solo!'
E ci siamo: stai da solo o sei solo?
E qual'è la meta ultima a cui aspiri? É davvero come hai sempre creduto e/o ti hanno aiutato a credere che la meta 'finale'.. è sposarti?

Torniamo al vero motivo di questo post: buon senso e obiettivi personali chiari....

La vita lo sappiamo è creativa e quando noi non vogliamo fare i conti con aspetti di noi ecco che ci serve i piú disperati piatti di portata come su una ricca tavola imbandita e abbiamo solo l'imbarazzo della scelta sul "da dove cominciare". E se per caso le opportunitá non dovessero fare al nostro gusto, badate NON al nostro caso, ci toccherebbe accontentarci delle briciole pur di non morire di fame ma non saremmo mai sazi. Certo la nostra mente ha sviluppato varie strategie per dirci che stiamo facendo le scelte giuste, che quelle che altri chiamano briciole per noi sono piatti deliziosi...e così via... Mi spiego meglio.

Occorre buon senso. Buon senso è saper valutare la situazione, è decidere di volta in volta in base ai dati oggettivi (sono più libero/vicino/opportuno/funzionale io o tu in questo preciso momento e/o situazione?) e soggettivi (mi ero programmato tutt'altro e mi dispiace rinunciarci, ciò che mi si chiede è importante e DAVVERO non è possibile fare altrimenti?) invece che sulla base di un "L'ho sempre fatto io ora tocca a te" (proposta recriminante) o "Devo farlo io sennò qui non ne usciamo" (modalità salvifica) o "Lo faccio io così so già come si fa e facciamo prima" (che rimanda all'altro che gli sei indispensabile mentre il bisogno di sentirti indispensabile e ricevere così un riconoscimento del tuo valore è solo tuo) o "Lo devo fare per forza io, mi sento incastrato" (modalità succube e passiva).

Buon senso è saper chiedere aiuto e sostegno ogni volta che è necessario, è uscire dall'implicito (almeno con te stesso: non te la raccontare) ovvero si sappia che c'è un problema e che va risolto. Quante volte sei rimasto incastrato in una situazione per anni prima di trovare la forza di chiedere aiuto? Si chiama accondiscendenza, a volte si può chiamare anche "rinuncio a vivere la mia vita per starti al fianco", e i motivi per cui lo fai possono essere davvero tanti. Ti sará utile scoprirli ma più di tutto dovrai fare il salto, scegliere di vivere da adulto la TUA vita non più quella di qualcun altro.

Prenditi cura dei tuoi bisogni ed abbi degli obiettivi personali.

I bisogni sono di tutti, sono anche i tuoi, ma tieni a mente che NON esistono solo i tuoi. Sei al mondo con altri 6 miliardi e novecentonovantanovemilioni di persone: un surplus di bisogni. Eh si, hai da pensare ai tuoi senza calpestare quelli degli altri e sai perché? Per un motivo molto semplice: tu sei l'altro di 6 miliardi e novecentonovantanove milioni di altri. Insomma, non sono pochi e se ognuno di loro ignora i tuoi bisogni, sei fritto! E tutto questo per la semplice regola del fai agli altri ciò che vuoi venga fatto a te.
ATTENTO! Ci sono dei tranelli per cui anche qui non è facile capire: vengono prima i miei o i tuoi bisogni?
E dovrai essere molto lucido nei momenti cruciali della tua vita perché è lì che ti giochi te stesso, le relazioni che hai attorno, la possibilità di "essere parte di" e di realizzarti insieme agli altri o da solo.
Si, è una scelta e se segui solo i tuoi istinti magari non ti troverai esattamente dove vorresti essere tra 5-10 anni o solo 6 mesi. Potresti trovarti lì dove vuoi essere oggi. Ti basta?
Se sì, fai come non detto. Se vuoi di più allora ricorca che i tuoi bisogni sono importanti come lo sono quelli degli altri ed allora o impari a fare gioco di squadra o sarai sempre chi subisce i bisogni degli altri o chi impone i suoi agli altri. E non valgono i "si...ma...però" di tutto quello che hai permesso che gli altri facessero in famiglia, sul lavoro, con gli amici, no, non vale. Oggi stai prendendo una decisione che prima non avevi pensato. E quindi azzera i conti con il passato, fai una lista di tutte le volte che hai usato gli altri o che sei stato usato dagli altri e per ciascuna situazione sforzati di vedere un modo nuovo di fare gioco di squadra così da non soccombere tu e che non debba soccombere neppure l'altro. In questo modo l'esperienza passata ti varrà da esercizio per la vita e avrai imparato la lezione.

Imparare a fare gioco di squadra è sinonimo di cooperazione, una abilità prosociale delle specie evolute.


Pur comprendendo la rabbia ti invito a riflettere: se una persona ha un bisogno cosa fa? Se ne prende cura. D'accordo, ma se si fa gioco di squadra (come al lavoro o in famiglia ad esempio) vuol dire che occorre prendersene cura insieme e per farlo esiste una sola modalità di partenza: chiedere. Tante volte vorremmo che una cosa non ci venisse chiesta perché così non saremmo obbligati a dover dire di no mentre invece il chiedere è il primo atto per mettere in comune le forze e capire chi tra i tanti può fare una cosa. Forse adesso è più chiaro che il vissuto interno che la persona ha di come usa o dovrebbe/potrebbe usare il proprio tempo è molto legato ai "borbottii sociali" che troppo facilmente nella pausa caffè si generano "Lui che ha da fare? Ha più tempo di me!".
Prova a resettare, a non ascoltarli, o a non dargli valore. Torna a centrarti su te stesso. Il vero punto non è se tu hai tempo o meno perché non hai una famiglia tua che ti richiede attenzione, il vero punto è come tu vuoi stare al fianco di quella rappresentanza dei 6 miliardi e novecentonovantanovemilioni di persone che popolano il tuo ufficio o la tua famiglia. Un giorni potresti accorgerti che per te è piacevole "occupartene tu" un altro giorno potrebbe pesarti perché avevi già un altro programma a cui tieni molto e sarai tu a chiedere se c'è qualcun altro che può occuparsene (la regola della reciprocità quando i nostri gesti e discorsi sono sinceri funziona sempre). L'opzione del chiedere che fino ad ora hai sempre sentito come costringente è invece proprio quella occasione liberante se ti decidi ad usarla anche tu.
Potresti scoprire che con il tempo, facendo gioco di squadra comune, imparando a chiedersi le cose tenendo conto dei tuoi e degli altrui bisogni non c'è più una lotta con un vincitore ed un perdente ma un afflato in cui a turno ci si sostiene perché gli obiettivi personali dell'uno non minacciano più gli obiettivi personali dell'altro.

Ancora buona vita

Dott.ssa Antonella Ritacco



23.12.15

Ti regalo ció che di piú prezioso ho

Ti regalo ció che di piú prezioso ho, un pezzetto del mio tempo da trascorrere con te. 

Non sembrerá nulla di speciale, non ha una confezione né un fiocco, non ha una corrispondenza in euro né puoi tornare indietro a cambiarlo se non ti piace, ma é veramente quanto di piú prezioso ho.
Per potertelo donare ho avuto bisogno di fare spazio in me, di svuotare il magazzino dei miei impegni sempre tanto importanti, ho dovuto cercarlo io stesso affannosamente nell´agenda o nelle corse tra un negozio ed un altro o tra i vari piatti squisiti da preparare, ho dovuto organizzarmi per le distanze tra un punto e l´altro della cittá o dell´Italia o del mondo, quelle distanze che a volte sono solo del cuore e le ho dovute accorciare. Ho voluto mettermi in cammino per venire a trovarti e preparare uno spazio ed un tempo senza sapere come tu mi avresti accolto. Ho dovuto accettare anche l´imprevisto di una tua reazione e scommettere sulla fiducia che anche tu/voi ne avresti avuto piacere.
Ed eccomi qui, ora, a fare festa con te.


Dare tempo per costruire buone relazioni e vederle sbocciare e fiorire é il nostro augurio per tutti voi.

Buon Natale e buon 2016 di vero cuore.

Antonella e Holger e tutti coloro che collaborano con noi


26.10.15

Ciò che conta veramente è amare

Se nella tua vita avrai dato amore molto di più te ne tornerà. Se avrai amato veramente con cuore libero slegato dalle logiche del possesso dell'altro e dalla voglia di un appagamento momentaneo, libero dal bisogno di rispondere con lo sfoggio di un marito o di una moglie a chi ti brontola nelle orecchie "Ma quando ti sposi?" allora sì, te ne tornerà molto di più. Se il matrimonio non è una reazione ma una azione allora ne avrai capito il vero senso, se non è la prova del nove per dimostrare che vali, se non è il ripiego per non restare soli, se non è la misura con cui misurarti nelle relazioni sociali allora avrai capito veramente cosa vuol dire amare.


E sarai stato capace di costruire relazioni profonde e belle. Ed ogni volta che custodirai un ricordo bello, di quelli "base" per dirla alla Inside Out, sarà come un nuovo tassello di un puzzle, una nuova saldatura nelle maglie di un tessuto sociale in cui tu sei benevolmente e pacificatamente legato a tutti gli altri nell'universo. Ci hai mai pensato che un tuo sorriso può cambiare l'umore a qualcuno, che un tuo giudizio può ferirlo o bloccarlo? 
La legge naturale funziona così: fai del bene e ti ritorna del bene, se hai un secondo fine nel bene che fai la tua ricompensa l'hai già avuta. 
Single o in coppia che tu sia la regola dell'amore è la stessa per tutti: donarsi.

La misura dell'amore è amare senza misura. Non sono certa dell'attribuzione di questa frase ma ciò che so è che è un programma di vita. E' la misura di un padre che torna a casa stanco la sera, di una moglie che non si ferma mai un attimo per mandare avanti la sua prima impresa, è la misura di un fidanzato/partner che cerca di capire come sei per saper meglio prenderti/accoglierti nei tuoi momenti no, è la misura dello spazio che crei per l'altro cercando di barcamenarti alla meno peggio tra i tuoi desideri di autorealizzazione e la tua voglia di legarti a qualcuno in un rapporto di reciproca appartenenza, è la misura con cui chi fa del bene dà perché ha compreso il vero bisogno dell'altro e non si ferma al bene materiale che trasmette.


Le relazioni sono donazioni e di questo ne sono sempre più convinta, se non ci si dona non ci si ama.

Puoi donarmi il tuo cuore ma se il tuo cuore è rapito da mille impegni e lo sport e il successo e il potere, allora cosa me ne faccio?

In questo tempo ho ricevuto molte lettere da parte vostra o di chi ha frequentato i nostri corsi sull'affettività adulta e la vita mi sta offrendo alcuni incontri molto interessanti, delle gran belle occasioni di riflessione e di rivisitazione di idee e progetti, uno dei quali riguarda certamente molti di voi. Alcuni lo definiscono entrare nella propria storia, altri accettazione della propria vita, altri entrare in un progetto che è stato pensato già prima di te e che è infinitamente più bello e fruttifero di quello che tu da te stesso potresti pensare.


La nostra epoca è dei rivoluzionari, di coloro che vogliono ribaltare le convenzioni e dimostrare che si può vivere senza schemi e dottrine/insegnamenti. Facciamo giri strani e ci ritroviamo spesso allo stesso punto di partenza e poi continuiamo a girare e ci aggrovigliamo e...quanto sarebbe più semplice e lineare se invece che reagire pensassimo. Si aprirebbero spazi molto più ampi di azione che non il semplice schema di "reazione". 

Per fare le rivoluzioni, in amore come per il resto, non ci improvvisa: si studiano le mosse, le strategie, l'altro, e soprattutto si ha un piano, anche più o meno abbozzato, ma una bozza almeno ti serve. Poi farai l'esploratore e la vita diventerà avventurosa, ma intanto una traiettoria ce l'hai e non è vaga. E per avere una traiettoria hai bisogno di trovare il tuo baricentro, di credere in qualcosa. Ebbene, quello diventerà il tuo perno e diventa fondamentale essere consapevole di ciò che scegli, farà la differenza. Ti invito a leggere la storiella Cherokee a tale riguardo. Di questo si diviene consapevoli solo quando si raggiunge la cosiddetta età matura, quando sarai capace di avviare un pensiero su te stesso in cui ti osservi con tanta tenerezza e curiosità di andare a fondo nella verità di te stesso e del tuo cuore.

Ecco perché crediamo che occorra oggi una formazione all'affettività ed alla relazionalità, siamo troppo abituati a reagire più che a pensare, ad improvvisarci senza più mappe ne bussole, a schivare i colpi e le ferite di chi è disilluso e ci dimentichiamo che per costruire una relazione è importante amare, e se non mi dono non arriva amore né ritorna amore.



15.9.15

Love Day_Come dare e ricevere amore ed avere relazioni appaganti

Ogni giorno respiriamo amore, riceviamo amore, doniamo amore. L'amore circola senza che noi ce ne accorgiamo e nutre la nostra linfa vitale, ricarica il nostro bagaglio emozionale. 
Ogni giorno qualcuno cerca amore, pretende amore, è obbligato a dare amore, subisce "amore". L'amore che si sforza o è subito non sostiene il nostro benessere, svuota il nostro bagaglio emozionale, risucchia la nostra linfa vitale e finiamo per sentirci fiacchi, senza più energie. 

Vogliamo iniziare così dopo la pausa estiva. Annunciandovi il Love Day del 25 settembre, dalle 18.00 alle 19.00, ingresso libero.

Come sostenere l'amore nel suo circolo naturale? Come non cadere nelle trappole dell'amore forzato? Come non subirlo quando è troppo o non è desiderato? In definitiva come accogliere senza essere invaso usando tutto il tuo potenziale emozionale.
Questo e molto altro ancora nelle giornate aperte del Love Day e negli appuntamenti de I dialoghi sull'Amore. In sede verrà annunciato il programma dei prossimi mesi.

Vi aspettiamo in Viale Etiopia 18, C/o Studio di Psicologia e Psicoterapia, Roma, Metro B1 Libia




9.4.15

In te c'è un sogno: difendilo!

....e costruiscilo anche!
Esatto, la posizione di difesa ci pone contro qualcosa o qualcuno, contro le ingiustizie della vita, contro quei perchè dolorosi a cui da anni non troviamo risposte. E' questo ciò che vuoi per te e per la tua vita? Oppure vuoi sentirti libero di scegliere, di compartecipare alla realizzazione di questo sogno. Ce l'hai, lo custodisci, lo proteggi e ne vuoi fare una capolavoro. Puoi! "Punta i piedi nell'universo, se ci credi lo puoi!" (autocitazione)


A volte sembra più facile rinunciare ma non siamo nati per questo, siamo nati per credere e per costruire, per vivere nel bene e lasciare del bene, anche se nel mondo non esiste solo il bene, e lo sappiamo molto bene questo. C'è però una sorta di equilibrio cosmico che alcuni chiamano vita, altri Dio, altri amore, altri Budda o Tao o in tanti altri modi. In qualunque modo tu voglia chiamarlo sappi che se fai bene bene ti ritornerà, da quale parte ed in che tempo e modo non ti è dato sapere, ma sta certo che ritornerà. 

Vivere per il bene e proteggere, coltivare, nutrire i tuoi sogni può portarti davvero lontano. Non avere paura, va! Di a te stesso frasi carezzevoli ed incoraggianti, forse da piccolo qualcuno te le diceva, ora sei grande puoi dirtele da solo: si chiama autosostegno. Non restarne mai privo.



7.4.15

Rompi le catene: liberati dal vittimismo e vivi la tua nuova avventura

Continuo ad affermare che i single di oggi si portano dentro un codice che oggi non trova riscontro con il mondo sociale, come un cieco che brancola nel buio. 
Da più parti si contribuisce ad instillare buone dosi di vittimismo che non lascia scampo se non alla rabbia la quale, riflettendosi sulla stessa persona, diventa ripiegamento, atteggiamento depressivo e finisce per generare modalità di comportamento che allontanano l'altro. 

Scegliere di percorrere la propria strada, dritta o storta che sia, di addentrarsi in una storia e di starci dentro per dare all'altro occasione di farsi conoscere e a se stessi la possibilità di esplorare se quella storia è veramente per lui, per lei, significa rompere le catene dell'idealizzazione a cui una storia deve "necessariamente" adeguarsi per essere "giusta" o come la immaginavamo nella nostra mente. Solo rompendo argini e catene la vita di relazione diventa un avventura, anzi l'avventura più bella.



23.3.15

L'amore è una cosa seria

E' questo il messaggio emerso dall'ultimo laboratorio di ESEC. Tante volte vorremmo poter pensare solo alle cose belle della vita, alla favola dell'amore, al romanzo, vorremmo viverci le emozioni e non pensare a nulla, vorremmo che ci fossero albe infinite, mezzogiorni di sole e mai tramonti. Si, mai tramonti.

"Chi vuole qualcosa sul serio trova la strada...
...gli altri una scusa."

Non c'è forse un nuovo giorno dopo il tramonto? Ed il giorno precedente non è forse servito per costruire il giorno seguente, cioè l'oggi della tua vita? E allora pensi che ti sia servito quel tramonto per giungere dove sei?
In una storia d'amore il tramonto è molto più spesso aprirsi ad una nuova fase della relazione, meno spesso rappresenta la fine di una relazione. Quante volte pensi il contrario?
Se provi a pensare alla tua vita come una continuità ti accorgi che tutto di te è collegato e che il tuo benessere di oggi dipende in parte dalla storia che hai contribuito a scrivere di te e molto, ma non tutto, dalla tua scelta di oggi: Vuoi essere felice? E lo vuoi per un attimo o per sempre?

"Chi vuole qualcosa sul serio trova la strada...
...gli altri una scusa."

Da questo dipendono molti dei comportamenti che giochiamo nella nostra vita e nelle relazioni di cui ci circondiamo.
Auguriamo buona navigazione nel maremagnum delle relazioni a tutti coloro che in questi 5 anni di ESEC si sono voluti mettere in gioco. Buon proseguimento di vita.



Dott.ssa Antonella Ritacco
Dott. Holger Sawatzki


20.11.14

Tecniche d'amore

In amore le furbate non servono. Meglio dircelo subito!
Con esse hai un risultato immediato che alla lunga paghi caro. Quando si dice Io + Te = Noi non è cosa da poco. È ogni giorno e ogni sera, quando ci sorridiamo e quando non ci vorremmo vedere. È sempre! Nel buono e nel bello come nella difficoltà e nella sventura. E allora davvero vuoi usare trabocchetti d'amore che le nonne, le zie, ed anche alcune mamme tante volte indicano come la via facile per 'farsi sposare'. E poi? Cosa vi potrebbe tenere uniti quando il temporale (i dispiaceri, i disaccordi, i problemi della quotidianità che fanno parte della vita di ognuno) infuria, quando le cose non vanno proprio come te le aspettavi, quando il principe o la principessa che aveva rapito i tuoi sensi comincia a non corrispondere piú all'idea che ti eri fatto di lei/lui? 

Le scelte d'amore non sono uno scherzo. Ne va della nostra vita. E anche se in tanti si promettono non più 'amore eterno' come un tempo ma 'amore finchè dura' i nostri cuori continuano a desiderare l'eternità.
Essere single Essere in coppia nasce per questo ed ambisce di sostenerti nella possibilità di fare le scelte giuste in amore con l'augurio un giorno di non dover mai partecipare ad un percorso del tipo "Quando la coppia scoppia!" ma piuttosto sostenerti nella relazione con "Ho qualcosa da dirti!". Perchè se l'altro l'hai scelto davvero per amore ogni difficoltà sarà un occasione per crescere e niente e nessuno potrà separarvi. Se è a questo tipo di relazione che ambisci ESEC (nel pre) e Ho qualcosa da dirti! (nel post) fanno per te.



Buone scelte e buon Amore a tutti!



4.11.14

Datti una possibilità!

Erroneamente crediamo che quando ci stiamo aprendo alla conoscenza più profonda di qualcuno "gli stiamo dando una possibilità". Non è proprio così.In realtà la stiamo dando all'altro ed a noi stessi. Io direi la stai dando a te stesso/a per primo/a! Ti serve anche quello ma da solo non basta. L'altro potrà scalare montagne, affrontare orchi e draghi fumanti ma se non hai le porte del cuore pronte ad accoglierlo a che sarà valso quanto ha fatto? Solo a sentire meno energia per la o le sfide successive e sia tu che lui sarete rimasti a mani vuote, due deserti senza acqua: lei con le sue porte chiuse per difendersi da ferite sempre nuove ma antiche e lui senza più fiducia in sè e sempre meno voglia di scalare altre montagne perchè ha imparato che quando le porte sono chiuse o al massimo socchiuse in partenza allora il carico di energia da investire è troppo alto e la posta in gioco (l'Amore dell'altro) è come una roulette russa, senza una bussola per orientarsi e senza un criterio per definire se vinci o se perdi.
Cara/o mia/o: spero che tu comprenda che ciò che ti dico è: RICOMINCIA DA TE!
Guarda in faccia ciò che ti si muove dentro, quali sono le tue emozioni prevalenti, come le usi per difenderti dagli altri e ahimè, lasciatelo dire, troppo spesso anche dalle relazioni belle. Certo, capisco, questo vuol dire che ancora non sei pronta/o per quella relazione, ma quante volte vuoi tornare a chiuderti in un pianto per aver sciupato un occasione? Come puoi distinguere tra una relazione che non era per te e il tuo non esser pronto/a per quella relazione? Decidi tu! Puoi scegliere di continuare a girare in tondo oppure.... Lavora su te, lavora sodo, guardati dentro e definisci i tuoi punti di forza, i tuoi pilastri di cui esser fiero, falli diventare la tua valigetta del pronto soccorso e inizia la più bella e salutare conquista della tua vita, un viaggio dentro te stesso per incontrare te, identificare e sconfiggere le tue paure e svelare le tue meraviglie. BUON INCONTRO CON TE STESSO!

29.10.14

Le cose possono cambiare!

Si, lo sapevi? Ogni cosa può migliorare, dipende molto da cosa dici alla tua mente, da quanto tu lo credi vero. Se ti dici "non c'è più nulla da fare" 100/100 che sarà così. Quello che vivi oggi è vero per il tuo oggi! Ieri, oggi e domani sono in relazione ma non hanno nulla di predeterminato. Ogni cosa che fai, o peggio che non fai, ha il suo peso nel determinare come evolverà la tua situazione.

Smetti di dare la colpa agli altri, smetti di crederti impotente e rassegnato, smetti di non volere il bello che c'è per te e renditi disponibile ad accoglierlo in qualunque modo esso si manifesti. Sappi perdere le idee, i preconcetti, i carichi delle aspettative non solo tue ma di chissà quanti altri ancora sulla tua vita e diventane responsabile! 
Questo è il vero senso del tuo essere adulto e del tuo saperti prendere cura di te. Accettare di essere ciò che ti vivi in quel determinato momento e non confonderti con esso per definire ciò che sei. Siamo in divenire. Tu non sei la tua situazione, è la situazione che è parte di te e te ne puoi far carico. Cambiando l'ottica con cui ti guardi le tue emozioni cambieranno, i motivi alla base delle tue decisioni potranno essere diversi anche se le tue decisioni non dovessero cambiare  e sta sicuro che anche il mondo si muoverà con te!

25.10.14

Punta in alto! Non puntare al ribasso

Dicevamo appunto di non crogiolarti sulle esperienze passate, sulle tue ferite, sulle delusioni, sul dolore che inevitabilmente ti costringe a ripiegarti su te stesso. Chiedi a te stesso ogni giorno di guardare il lato bello di ogni situazione, anche lì dove ti ostini a dire "Non ci può essere del bello". Elwood N. Chapman nel suo noto manuale "Ottimisti si diventa" ci ricorda che ogni situazione può avere il suo lato buffo, il suo lato positivo. Un pò come le monete che hanno sempre due facce, eppure restano sempre la stessa moneta.
E allora non dire di te o della tua vita che sei insoddisfatto. Ricorda invece che puoi essere nel mondo il cambiamento che tu vuoi vedere nel mondo. E sai cosa significa?
Semplice:

  1. ogni volta che dici "Sono solo, non ho amici, anche stasera resto a casa": è una bugia! Non sei il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. A quante persone impedisci di entrare nella tua vita? Sei parte del mondo, e se sei parte del mondo la campana suona anche per te, perciò alza la cornetta e chiama quell'amico o amica che da mesi ti dice vediamoci. Smetti di ripeterti che è l'altro a dover fare il primo passo.
  2. ogni volta che dici "Tanto è inutile che ci provo, quella lì non mi si filerà mai!" bene, sappi che sei un profeta, sì, hai appena profetizzato sulla tua vita e non per il tuo bene. In gergo comune si chiama profezia che si autoavvera, e sai perchè? Perchè il tuo atteggiamento può fare la differenza. Tu per primo lo credi di avere del bello da dare o lo nascondi a te stesso ed agli altri? Se ambisci a incontrare veramente l'altro/a, mostrati esattamente per come sei e sinceramente interessato a sapere chi è l'altro/a.
  3. ogni volta che all'inizio di una nuova relazione ti dici "So già come andrà a finire, io ci provo ma..." ancora una volta stai facendo le cose senza convinzione e continui a fare ogni passo senza metterci te stesso chiedendo all'altro di darti quell'entusiasmo che da te non riesci più a darti. Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nell'altro, potremmo dire parafrasando Ghandi.
E allora caro amico/a, voglio ancora una volta ricordarti, prima di passare ad altro, che in te c'è del bello che tu stesso devi ancora scoprire, appropiartene e valorizzare. Tu, tu per primo, e poi l'altro. Fintando che guardi alle tue aree grige attirerai attorno a te persone grige. Ma poichè dentro di te porti un sogno, un sogno grande, quello del bene e del bello allora il mio invito resta quello di non puntare al ribasso, scegli per te stesso il bello e il buono. Spero ti sia chiaro che non sto parlando della persona che ti starà accanto ma di te, del bello e buono che è in te e che ogni giorno devi scegliere se vuoi attirare attorno a te persone persone altrettanto belle e buone? Ti è chiaro che non puntare al ribasso significa amarti?
Ed amarti non vuol dire vedere in te solo il bello, come se in te non ci possano essere difetti, ferite, preoccupazioni che sono invece in ogni essere umano. Amarti significa conoscerti e volerti bene, accoglierti in quelle fragilità che ti appartengono anche se tu non le vorresti, in quei difetti che sono stati sempre il punto dolente della tua vita, in quelle delusioni che ti hanno bloccato. 
Tutto questo amico caro, costituisce il bagaglio che, se vuoi, puoi decidere consapevolmente di elaborare con un sostegno psicologico o psicoterapeutico adeguato per essere una persona migliore di quello che già sei e per andare nelle strade della vita ed incontro all'altro/a con uno zaino leggero ma ben attrezzato sulle spalle.

Buon viaggio!


8.10.14

Perchè tanti single oggi?

Tanti esperti raccontano di come sia cambiata la situazione sociale e culturale del nostro tempo e molti dei motivi per cui tanti giovani adulti restano single a lungo sono ben noti: il passaggio epocale dal matrimonio (e della vita stessa in tutti i suoi aspetti) fondato sul senso del dovere a quello fondato sul senso del piacere; il cambiamento o il capovolgimento di alcuni bisogni da quelli fondamentali (legati alla sopravvivenza) a quelli di autorealizzazione; il sistema politico ed economico che svantaggia le coppie e la famiglia; l'introduzione del divorzio ed il conseguente calo dei matrimoni da una parte e la sempre maggiore facilità a disinvestire energie nella relazione che si è scelta.
Il motore di fondo, quello che nei secoli e milenni della storia dell'uomo ha mosso alle grandi rivoluzioni è la PAURA. Paura di non aver fatto la scelta giusta, paura che nonostante l'amore che si da non si sarà ripagati abbastanza, paura che non siano i sentimenti più puri a muovere le corde della relazione, paura che....in fondo non valiamo abbastanza per meritarlo questo amore!
E allora le nostre teste sono piene di tanti "si...ma...però...." come se l'amore fosse condizionato. Sei proprio sicuro che l'amore sia questo? Cosa hanno le coppie felici di diverso dalle altre? In un post precedente ti avevo invitato ad osservarle, l'hai fatto?
In ogni caso rasserenati: ciascuno è diverso. E ogni storia è diversa. Non puoi pretendere di fare la stessa scelta di un altro o che quello che è successo ad un altro accada anche a te. Tu sei diverso, tu sei UNICO! Unico ed irripetibile, come uniche ed irripetibili saranno le relazioni che ti capiteranno. Non esser facilone nel generalizzare per sommi capi  quando vedi delle similarità. Tu sei tu! Ed hai il tuo modo di fare una scelta che è diverso da un altro e questo lo potrai apprezzare solo se ti conosci fino in fondo. Sei unico, non desiderare l'omologazione!
Sei unico/a e bello/a così come sei. E SEI DEGNO DI STIMA E DI AMORE. Lo credi? O fai finta di crederci? (Più avanti ti spiegherò anche la differenza ed i disastri che ne possono venire nella tua vita e in quella degli altri quando non ci credi o fai finta di crederci.) Fortunato chi si guarda dentro e sa che anche se non è tutto bello ciò che vede questo non cam,bia l'essenza del suo credere in se stesso e nel proprio valore fondante, chi sente le proprie radici forti pur nelle sue fragilità perchè sa che sta lavorando per essere una donna o un uomo ogni giorno migliore invece che ritenersi arrivato per sempre.
Oggi tutto ci viene proposto come bello e accattivante, tutto solletica le nostre passioni e pulsioni, esattamente come quando eravamo bambini davanti agli enormi scaffali dei grandi magazzini: come fare a SCEGLIERE? Cosa vale veramente la pensa di portarti a casa? Ci sono alcuni di noi che scelgono ponderando bene le informazioni e dunque hanno bisogno di darsi tempo per conoscere l'altro e dare all'altro il tempo per ri-velarsi (nella relazione tutto è duale, tutto è da leggere nbella reciprocità degli aspetti, non posso dimenticare che c'è un altro davanti a me e non un oggetto a cui chiedo di fare ciò che voglio). Altri invece vanno a passo spedito come se già sapessero cosa vogliono, hanno evidentemente sviluppato dei sensori (ne parleremo più avanti) per decifrare cosa gli piace e cosa no, e sono capaci di confermare e mantenere la loro scelta nel tempo. Siamo diversi, siamo unici! E allora di fronte ad una società che differenzia sempre più le scelte fino a confonderci a volte anche in amore siamo sempre più confusi, a volte anche "diffusi"! (E questo chi partecipa ai miei seminari lo sa già!)
E in questo modo è come se rimanessimo sempre degli ETERNI BAMBINI: bisognosi d'amore al punto di fare di tutto per non doverci rinunciare e rompere ogni cosa quando le cose non vanno come noi le immaginavamo (dando la colpa ora a Sè ora all'Altro), pronti a voler prendere tutto e non rinunciare mai a nulla, senza dunque saper lasciare per fare spazio a quell'Altro che inevitabilmente ti chiede spazio/tempo/incontro/autenticità/intimità/disponibilità/accoglienza/dialogo/confronto.
Esattamente come i muscoli, queste abilità possono essere rinforzate. Basta sceglierle! Impunto essenziale è: chiediti a che punto sei sulla strada e attrezzati per proseguire il tuo cammino.

2.1.14

Inseguendo un sogno!

Inseguendo un sogno ti accorgi che la vita vera e reale è speso un pò diversa da come l'avresti voluta e la vorresti immaginare. Ti accorgi che tante idee a cui con il tempo ti sei affezionato e che ti rassicurano tante volte di fronte alla realtà si dissolvono come bolle di sapone.
Un'idea che tutti ci siamo coltivati sin da bambini è quella del principe azzurro per le ragazze e della bella addormentata nel bosco (ma anche colta tuttofare dedita solo al suo uomo) per i ragazzi. Personaggi bellissimi, valorosi e pieni di attenzioni per l'altro mentre: il tuo collega in ufficio è scorbutico e a malapena ti saluta, la ragazza che incontri ogni giorno in metro per andare al lavoro e che hai notato per "un certo non so che" che ancora non hai compreso è slavata, la cassiera del supermercato sotto casa che ti sorride sempre è tutta rifatta, il fruttivendolo ammiccante ha convinzioni totalmente diverse dalle tue, il velista appassionato del mare è sempre sfuggente e se non lo segui nelle sue avventure non hai altri momenti di incontro, la designer di moda è sempre tutta in tiro....

.....è possibile scoprire in ciascuno un volto nuovo?!
.....è possibile che tolta la maschera siamo tutte le stesse persone meravigliose e impaurite?!
.....è possibile darsi e dare all'altro una nuova possibilità di essere migliori?!

Se pensi all'essere umano, ogni giorno cresce.
Se pensi ad un albero, ogni giorno è più grande.
Se pensi ad un qualunque oggetto, ogni giorno ha un giorno in più.


E tu? E l'altro? Non siamo esseri statici, la prima idea dell'uomo che deve potersi modificare è che non è vero che "sono fatto così!". Sei fatto così se non vuoi migliorarti; sei fatto così se non trovi nè in te ne nell'altro una motivazione per uscire da te stesso e fare qualcosa di diverso da ciò che sei abituato a fare; sei fatto così se la tua cassetta degli attrezzi e la rete di supporti non è ben fornita o non decidi di rinfoltirla.
Pensa che potere grande che hai: è in te una chiave di svolta immensa per il tuo vivere bene e rendere il mondo più sereno e amabile anche agli altri.

Il recente compianto Nelson Mandela così si esprimeva:

"La nostra paura più profonda"



La nostra paura più profonda 
non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda, 
è di essere potenti oltre ogni limite.

E' la nostra luce, non la nostra ombra, 
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?" 
In realtà chi sei tu per NON esserlo? 
Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo, 
non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato 
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
 non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere, 
come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta 
la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi: 
è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce 
di risplendere, inconsapevolmente diamo 
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure, 
la nostra presenza 
automaticamente libera gli altri.

 


Pensate che potere forte abbiamo sulla nostra vita e su quella degli altri. E' fortissimo!
E allora parti da te, per incontrare l'altro, parti dalla meraviglia che sei e inevitabilmente attirerai altre meraviglie attorno a te. Partire dall'idea che ti sei fatto dell'altro è continuare a rimanere ed a far rimanere "nell'ombra". E nell'ombra non si "risplende". Tante volte ci accontentiamo dell'ombra perché ci sembra più sicura, più nota e questo finisce per pesare di più, sul piatto della bilancia, dell'incertezza del nuovo e del bello seppur tanto desiderato con il rischio di inseguire qualcosa che non si raggiungerà mai.

Ed anche Ghandi diceva "Se vuoi cambiare il mondo prima cambia te stesso. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo."
Sugli altri non abbiamo alcun potere, e meno male. Su di noi si! E il potere che abbiamo su di noi certamente contagerà gli altri.

E poiché ciascuno di noi non vorrebbe che un altro lo schedasse a vita senza dargli più nessuna chance, alleniamoci ad essere aperti anche al cambiamento possibile nell'altro. In tal modo faremo all´altro ció che vogliamo sia fatto anche a noi!

18.11.13

Dove abita la felicità?


Dicevamo nel post precedente che riporre nelle mani degli altri la nostra felicità è un inganno in cui facilmente si cade. “Se

fai questo per me io sarò felice!”: ne sei proprio sicuro? Se è così allora lascia che ti dica una cosa: sei spacciato/a in partenza. Basterà che la volontà dell’altro sia differente dalla tua per farti sprofondare; che un progetto a cui tenevi non venga accettato e tutta la tua vita è nel baratro; che l’uomo o la donna a cui fai il filo ti dica di no una sera perché non gli va di uscire (è preoccupato per quanto sta accadendo sul lavoro, o in famiglia, ha avuto una esito negativo ad un esame e vuole avere un attimo di pace interiore per capire quale sarà il passo successivo, ecc,) ed ecco che tu ti senti svalutato, sminuito, non considerato mentre la scelta dell’altro non dipende affatto da te.
Le convinzioni che abbiamo sulla felicità e il conseguente nostro atteggiamento hanno il potere di condizionarci e soprattutto non ci permettono di riconoscerla e viverla. La felicità è uno stato mentale a cui il nostro cervello tende, le ricerche lo dimostrano ormai da anni eppure continuiamo ad avere dei preconcetti forti su di essa.

Crediamo che la felicità vada meritata e/o conquistata “Se faccio/realizzo/raggiungo questo mi sentirò bene/felice/appagato!” Devo meritarmela, devo sacrificarmi per essere felice, devo rinunciare a, devo lottare per… Ogni devo che aggiungi alla tua vita la rende pesante e faticosa e crea in te un conflitto. Ogni volta che trasformi un dovere in una scelta, anche talvolta costosa in termini di impegno e di rinunce, fai in modo che quella fatica si trasformi in energia positiva e ti appaghi. Non possiamo vivere solo di piaceri né possiamo essere schiacciati dai devo che spesso diventano una vocina insidiosa e soffocante che opera in noi e non ci lascia liberi. La libertà che porta alla felicità è l’atto della scelta che partendo da un condizionamento (devo) si trasforma in una accoglienza di quanto sta accadendo e da senso a ciò che accade.
Alcuni credono che si debba lottare per essere felici, non vi pare un controsenso? La felicità è di tutti, se è così ce l’hai già, non è l’altro che te la sta rubando e non c’è alcuna lotta da fare. Sarà il modo come tu reagirai a quella situazione a renderti felice oppure sofferente. Numerosi studi scientifici evidenziano come il  nostro cervello è programmato per produrre felicità continuamente attraverso una serie di connessioni di pensieri e di capacità di dare senso. La felicità prodotta dal nostro cervello è sostenuta da alcuni sistemi importanti quali quello della valutazione del piacere e della gratificazione che si mantengono attivi per mezzo della produzione di endorfine e neuro-trasmettitori, che regolano il nostro stato di benessere e felicità.

Crediamo che la felicità appartenga ad altri e sia lontana da noi “Tutto questo potrà accadere agli altri, per me non sarà mai così!” Come una sorta di rassegnazione, di predestinazione. Ti hanno mai detto che non si avvera ciò che chiedi ma ciò che credi? Che c’è un modo di essere profetici su se stessi (la profezia che si auto avvera) legato alle energie che metti in campo in base a quelle che sono le tue credenze di base? Se gli studiosi di psicologia sociale hanno ragione forse dovresti ravvederti sulle tue idee di partenza: la felicità è per tutti! Se sei parte del tutto è anche per te e può essere così vicina da non riuscire a vederla? Sì, scava bene dentro di te e continua a leggere il post.

Crediamo che la felicità sia una meta irraggiungibile “Non sarò mai così felice!” Rendiamo le nostre mete irraggiungibili ogni volta che idealizziamo una condizione. Noi viviamo nella realtà, non nell’ideale. La felicità ideale non esiste qui in mezzo a noi, esiste la felicità possibile, quella che tu puoi sperimentare e anche amplificare, lo sapevi? Sì, la felicità si amplifica quando permetti all’altro di condividerla con te. In quella condivisione l’altro diventa cassa di risonanza che accresce la tua felicità. Ti sembra strano? Prova a pensare a quando hai avuto una gioia e sei corso a comunicarlo a qualcuno: che reazione ha avuto? Una persona che ti ama (nel senso più generico del termine) è stra-felice per te e questo suo essere felice per te ha aumentato la tua gioia?
Una accortezza: non far caso a chi blocca la tua espressione di gioia, molto spesso ha solo paura di non saperla gestire e che non ce ne sia per lui/lei. Magari gli/le sarebbe utile leggere questo post e potresti girarglielo.

Crediamo che la felicità sia legata alle contingenze esterne “Se accade questo sarò felice!” Sappi che puoi essere felice a prescindere da ciò che accade. Essere felici perché il sole sorge, perché oggi è un giorno nuovo ed è un'opportunità ancora per fare/dire/provare/dare; essere felice mentre attorno a te tutto è sofferenza, fatica, impegno sono condizioni che appartengono a te e a te solo!
Se stai cercando la felicità fuori di te la stai cercando lì dove non c’è.

VUOI ESSERE FELICE? Come sempre alla base del cambiamento di una condizione che si mantiene nel tempo c’è una decisione da prendere. Quale è la tua? Quali condizioni poni alla felicità? Cosa ritieni che ti serva per essere felice?
Ci sono persone che hanno ben poco, non sono alla ribalta e hanno pochi contatti eppure si dichiarano molto felici. Dalla maggior parte delle persone sono considerate delle persone semplici eppure sanno come lasciare spazio in loro alla felicità, sono contente di ciò che hanno e ne sono grati. La felicità, come la sofferenza, è un prodotto del nostro cervello, un derivato dei significati che diamo alla nostra esperienza, di ciò che chiediamo ogni giorno e in ogni situazione alla nostra vita per appagarci.
Inseguire cose grandi è bello, ma se non abbiamo imparato a dare senso al bello delle piccole cose siamo sicuri che i grandi successi ci gratificheranno?

La gioia è in te ed è una scelta: scelgo di essere felice! A partire da questa scelta posso sviluppare e potenziare pensieri positivi, azioni e gesti che producano felicità. 
Ricorda che il motore è in te, e fintanto che la cerchi lontano da te o fuori da te resterà irraggiungibile e non tua. Ugualmente se scegli di tenerla tutta per te e non condividerla otterrai che ben presto si esaurirà, mentre nel condividerla permetterai che si moltiplichi!

8.11.13

Per chi suona la campana?

Se sei parte del mondo suona anche per te! 
Diceva Ernest Hemingway


Eppure molte persone quando ascoltano o vedono o apprendono qualcosa di significativo pensano che non sia rivolto a loro ma a qualcuno che conoscono che ne ha più bisogno. Ma quanto siamo buoni! Una generazione di crocerossine, di salvatori dell’umanità…peccato che quando ci sia da condividere il bello, la ricchezza o beni materiali molto difficilmente pensiamo agli altri con tanta facilità.


Dove sta l’inganno?
L’inganno è nel ritenere che siano sempre gli altri ad avere bisogno di cambiare e che per noi va sempre tutto bene. Come se utilizzassimo per gli altri la teoria evolutiva dell’essere umano e per noi una teoria della staticità. È possibile!?
Un altro inganno è nel riporre nelle mani degli altri la nostra felicità “se l’altro fa questo io sarò felice!” ne sei proprio sicuro? Se è così allora lascia che ti dica una cosa: sei spacciato in partenza. Basterà che la volontà dell’altro sia differente dalla tua per farti sprofondare (ma di questo sarà bene che ne parliamo la prossima volta per non mettere troppa carne al fuoco).
Molto spesso mi si chiede, anche in psicoterapia, di fornire strumenti per cambiare il comportamento del partner. Inutile dirvi che a quel punto,con tutta la delicatezza possibile diventa indispensabile spostare l’attenzione dall’altro al sé. Ognuno di noi vuole sentirsi confermato per ciò che fa, pensa, dice. Ognuno vuole sentirsi stimato e riconosciuto. È allora perché questo non dovrebbe valere anche per l’altro?
Se non valesse anche per l’altro sarebbe cosa grave, molto grave. Significherebbe che stiamo chiedendo all’altro di essere un oggetto, di essere esattamente per come noi lo vogliamo o meglio ancora per come serve a noi per confermare la immagine di noi stessi e per appagarci.
Insomma un altro diverso da noi che fa ciò che vogliamo noi! Che meraviglia! Solo che non siamo a Disneyland, né in qualche fantastico mondo dei desideri, siamo nella realtà e nella realtà, perché la felicità possa essere di tutti, c’è un accorgimento, quasi una ricetta magica: FA ALL’ALTRO QUELLO CHE VORRESTI FOSSE FATTO A TE.
Meraviglioso, non trovi? Magari l’hai già sentito dire e ti chiedi se funziona davvero[1]. Solo che non sempre è così facile che quello che tu vorresti sia fatto a te coincida con quello che l’altro vorrebbe per sè. E allora come la mettiamo?
Ecco un altro segreto di pulcinella: siamo esseri umani e in quanto tali dotati di parola, di empatia e variegati. Niente paura, le prime due cose si imparano, l’altra è un dato di fatto e non ci puoi far nulla. Eh si! So anche che a parlare impariamo, bene o male, quasi tutti ma ad essere empatici: beh! Su questo hai ragione non tutti se la cavano. Ricorda: puoi sempre migliorare! Basta solo cominciare e ti accorgerai che è molto piacevole entrare in risonanza con le emozioni dell’altro, con le sue situazioni di vita e soprattutto ti accorgerai che crea molta vicinanza. Prova ad ascoltare di più ciò che gli altri dicono, vivono e mostrano. Guardale in faccia, osserva con tenerezza i loro comportamenti e vedi cosa accade.
Allora buon allenamento!





[1] Si lo so! Già ti sento brontolare. Troppe volte la vita ti ha rifilato delle sole e certamente non ti fidi. Lo capisco. Ma ascolta: hai mai sentito parlare di un invito a gettare le reti dall’altra parte? Ad agire un fuori schema? A fare una cosa che per i tuoi canoni e per i tuoi amici e parenti potrebbe apparire del tutto illogica? Ti invito a pensarci. Magari cambiando schema può darsi che qualcosa di diverso accada anche nella tua vita. Hai qualcosa da perdere? Sappi, e ricordalo bene: LA FELICITA’ E’ PER TUTTI!

31.10.13

Tu come ti affezioni?



Ci sono persone che sono espansive, alcune sono anche molto tattili, amano il contatto fisico, altre invece sono più restie ad avvicinarsi. Per certi aspetti queste caratteristiche sono delle predisposizioni ma per tanti altri sono dei comportamenti appresi sin dalla più tenera età in base alle esperienze che facciamo della nostra corporeità (se siamo stati accarezzati, massaggiati, coccolati) e del grado di vicinanza che possiamo sperimentare come sicuro (se nell’esperienza personale c’è quella della fiducia, della riservatezza della confidenzialità, tenderò ad essere più facilmente intimo con l’altro, viceversa se l’esperienza è quella del tradimento della fiducia o della ridicolizzazione tenderò ad essere maggiormente introverso rendendo inaccessibili emozioni e pensieri.
Provo ugualmente delle emozioni?
Certo che si! Solo che la coloritura delle emozioni è molto variopinta e la stessa emozione può essere provata a gradi diversi da persone differenti anche in situazioni piuttosto simili. Come se avessimo dei recettori che per qualcuno si attiva al massimo e per qualcun altro un po’ meno.
Cosa possiamo fare?
Chi è più propenso ad esprimere le sue emozioni sicuramente dovrà allenarsi a leggere i dati di contesto per capire se il luogo e il momento sono quelli opportuni e se le persone che ha di fronte possono accogliere la sua espansività. Viceversa chi è più introverso dovrà vincere un po’ di resistenze e cominciare a partecipare qualche aspetto di sé, dapprima agli intimi, poi pian piano anche con gli altri tenendo sempre ben presente che con gli intimi potrà allenarsi a dire di più di quanto dirà mai ad un conoscente o ad un collega che non sia anche amico.
Esprimere la propria gioia contagia anche gli altri; esprimere le proprie paure crea condivisione e vicinanza permettendo il sostegno e l’incoraggiamento; esprimere il proprio dolore permette l’accoglienza; esprimere il proprio disgusto permette la definizione dei confini tra ciò che siano noi e ciò che è l’altro e dei limiti tra ciò che condividiamo e ciò che rifiutiamo; esprimere il proprio stupore è il grazie che diciamo all’altro per il dono che ci ha fatto.
Molto spesso tendiamo a socializzare solo alcune delle emozioni mentre le emozioni tutte sono la coloritura e non le sfumature della nostra esistenza. La loro espressione permette l'avvicinamento tra le persone. 


Chi ha imparato ad esprimerle vive certamente meglio e si relazione anche meglio, e in questo ci si può sempre migliorare. Attenzione invece a non vomitarle sull’altro, potreste pentirvene e fargli molto male!

E allora buone colorite emozioni!

21.10.13

Ci credi nell'amore?

Ehi tu! Dico a te! Cosa pensi dell'Amore? 

Credi che esista, che sia solo una montatura cinematografica o meglio ancora una trovata commerciale, credi che sia un fuoco di paglia, credi che “c'è, esiste, non si vede e ti sta aspettando”?!
Che idea ti sei fatta di Lui: di quel simpatico puttino alato che se ne va in giro con arco e frecce e non si sa mai se tira bene la mira oppure no?
Dicono che sia cieco, allora come fa a tirar frecce per far accoppiare le persone. Io, questi miti, proprio non li capisco!!! E tu?


Ti racconto una storia, leggila piano....

La FOLLIA decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la FOLLIA propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che cos'è?" domandò la CURIOSITA' "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete quando avrò terminato di contare, vi cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad eccezione della PAURA e della PIGRIZIA. "1.. 2.. 3.. - la FOLLIA cominciò a contare. La FRETTA si nascose per prima, dove le capitò. La TIMIDEZZA, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La GIOIA corse in mezzo al giardino. La TRISTEZZA cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'INVIDIA si unì al TRIONFO e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La FOLLIA continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La DISPERAZIONE era disperata vedendo che la FOLLIA era già a novantanove. CENTO! - gridò la FOLLIA - Cominciò a cercare...la prima ad essere trovata fu la CURIOSITA', poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la FOLLIA vide il DUBBIO sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la GIOIA, la TRISTEZZA, la TIMIDEZZA. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è L'AMORE ?". Nessuno l'aveva visto. La FOLLIA cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'AMORE. Cercando da tutte le parti, la FOLLIA vide un roseto, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'AMORE, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La FOLLIA non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'AMORE per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'AMORE accettò le scuse. 
OGGI L'AMORE E' CIECO E LA FOLLIA LO ACCOMPAGNA SEMPRE.


Tutte queste emozioni ed i comportamenti ad esse correlati esistono veramente e chissà quante volte nella tua vita ti sarai riconosciuto con uno di questi atteggiamenti.
Come ti comporti di fronte all’amore? Sei timido/a e ti nascondi velocemente cercando di non farti scoprire; sei “folle”e distratto e finisci per ferire l’altro anche senza volerlo; come la paura e la pigrizia ti tiri indietro “troppa fatica”, "chi me lo fa fare!"; come la curiosità e la fretta ti lanci troppo presto e senza badare ai particolari; come la tristezza e la disperazione ti fai prendere dall’emozione oppure resti intrappolato/a nel dubbio?

E' gustando la gioia piena della relazione che l’amore farà capolino dal suo nascondiglio!

19.10.13

Felici di essere single o single felici?


L’erba del vicino è sempre più verde, si dice! Ed ahimè non è solo un modo di dire. Tendenzialmente sono poche le persone felici di come sono e di ciò che hanno, che vivono bene il loro tempo presente: tre condizioni essenziali per il vivere bene e felici. Queste persone attraversano meglio di altre anche le situazioni più difficili e dolorose. I più, invece, rincorrono ciò che non hanno. Condizione che, purchè non si cronicizzi o diventi uno stato di insofferenza, è una tappa indispensabile per portare ai cambiamenti desiderati.
Essere single per alcuni è una sfortuna, per altri un disagio, per altri ancora un privilegio, per altri una fase di passaggio. Per te come è?

L’essere single è prima di tutto una condizione esistenziale indispensabile. Se non siamo prima “separati dall’altro” non possiamo stare bene “con l'altro”. Se non siamo separati ci “appoggeremo” costantemente all'altro e questo con il tempo logora fortemente i rapporti, anche quelli più belli e non solo in amore.
Il tempo in cui sei single diventa allora un tempo prezioso in cui prepararti per l’incontro (già perché via via che andremo avanti ti accorgerai che ci sono un po’ di tappe fondamentali per passare dall’essere single all’essere in coppia e alcune sono indispensabili, come quella dell’incontro che vedremo più avanti). È un tempo in cui concludere il passaggio dall’essere figlio all’essere adulto, è un tempo in cui conoscerti fin nel profondo, in cui imparare a guardare fuori di te, all’altro inteso come “altro essere umano come te ma diverso da te”.

E tu, come vivi e/o come vorresti vivere il tuo essere single di questo momento?
Sì perché una cosa te la voglio dire subito: puoi parlare solo per il momento presente. Ciò che il futuro ti riserva non ti è dato ancora di saperlo. Ciò che puoi fare oggi è semplicemente una scelta: in che modo vivere la tua situazione attuale (con tristezza e rassegnazione? Con vittimismo e recriminazioni? Con orgoglio e fierezza? O piuttosto con un atteggiamento di apertura e curiosità ma anche di attesa costruttiva?)
Attenzione, c’è una trappola: dedicarti a tanti aspetti della vita che altrimenti trascureresti va bene, anche benissimo ma potrebbe accadere che questi diventino il centro della tua vita e allora lo scopo per cui dovrebbero servire (arricchirti come persona) rischia spesso di diventare un altro (non puoi più fare a meno di loro) facendoti perdere di vista ciò che nel tuo più profondo desideri.
E te ne accorgi subito. Una persona felice di essere single non vuole rinunciare ai suoi spazi, a come ha strutturato il suo tempo, ai suoi hobbies, tutte cose molto belle. Un single felice continua ad usare i suoi spazi, struttura il suo tempo, coltiva degli hobbies ma a tempo debito ha quella liberta interiore che gli permette di posporli, fino a rinunciarci se proprio è necessario, per realizzare ciò che di più bello porta nel cuore. Egli ha compreso che non sono le cose che fa a renderlo felice ma il suo stare bene nelle cose che fa, qualunque esse siano.


In fondo è il modo come vivi la tua situazione che fa la differenza. 


Pensaci un pò su...

16.10.13

Fai spazio all’amore!

Fai spazio all’amore!

Quando è che hai iniziato a riempire tutto il tuo tempo? Quante volte ti sei ritrovato a dover rinunciare a qualcosa perché avevi preso già impegni o perché il tuo tempo è già sempre pieno di tutte le cose che ti piace fare? E come è che la tua vita si è riempita di tutte queste cose belle?
Sono felicissima per te che ne fai tante, che hai saputo trasformare i tuoi talenti ed i tuoi hobbies in qualcosa di impegnativo ma… Quante volte per non sentirti solo, per non restare senza fare nulla, per l’impazienza o la sfiducia di attendere o fare una proposta dagli amici, per il timore di fare brutte figure o passi falsi hai cercato e finalmente trovato come dar sfogo alle tue innumerevoli passioni… già, quante volte? È così oggi quelle che chiami le tue passioni possono rischiare di diventare le tue prigioni, quelle che ti ingabbiano nella ripetizione di una vita sempre uguale benchè tu desideri qualcosa di diverso. Da hobbies per riempire il tempo libero si sono trasformate in impegni per non lasciarti tempo libero… e allora, tu che sogni ancora il principe azzurro o la bella addormentata nel bosco e credi che senza l’intervento di fata turchina niente potrà cambiare nella tua vita; tu, proprio tu: FAI SPAZIO, CREA TEMPO… senza un tempo in cui l’incontro con l’altro si possa inserire nulla è possibile. Il tempo strutturato a cosa ti serve veramente?

Qual'è il posto per l'altro?
Soluzioni su misura per te!











Amico, caro amico…ci sei ancora?

Caro amico mio, esisti ancora? Hai un senso nella mia vita così fortemente autodeterminata? Un tempo era per mezzo tuo che riuscivo a conquistare la ragazza conosciuta alla festa di quel conoscente o il ragazzo che frequentava lo stesso gruppo di tuo fratello… e oggi su quale spalla posso contare?
Certo un po’ ti ho trascurato, certo per averti ancora amico dovrei dedicarti del tempo..ma come faccio? Ho tante, troppe cose a cui non posso (leggasi ‘non so’) più rinunciare.
Qualcuno qualche volta mi ha parlato di una cordata, quella che rende sicuri quando si va in gruppo in montagna. A che cosa mi servirà mai se vivo in città?



L’importanza di un ‘incontro’

Esistono incontri fuggenti ed esistono incontri che durano il tempo di una vita. La relatività del tempo soggettivamente percepito è cosa ormai nota. La relazione è sempre un terzo elemento che si inserisce tra due persone. Tutti gli incontri sono dello stesso tipo? Se ti chiedessi di definire gli incontri che hai fatto nell’ultima settimana come li definiresti? Provaci un po’!



I luoghi dell’incontro

Ci sono luoghi in cui è più facile conoscere una persona?
Partiamo da due presupposti logici: 1) per conoscere una persona devi innanzitutto volerlo…e non solo con le parole e le intenzioni, ma anche con i fatti (per intenderci devi uscire dal tuo guscio e avventurarti in sentieri rischiosi); 2) per conoscere una persona anche l’altra deve essere interessata a farsi conoscere (non le si può chiedere di più al momento, ad es. non può ancora essere l’altro/a persona ad essere interessata a conoscerti, devi prima suscitare il suo interesse)
Detto questo possiamo dire che alcuni luoghi (feste, congressi, palestre, associazioni, eventi, ecc.) sono certamente più favorevoli di altri. Ciò che farà la differenza è come tu utilizzi quel luogo e le possibilità di conoscenza che esso ti offre.


La chat è un luogo di incontro?

Certamente oggi le possibilità di conoscersi in chat o attraverso i social network sono modalità sempre più diffuse, per alcuni la chat è divenuta l’agorà universale. L’assenza di confini (territoriali e sociali) da un certo brio e la possibilità di mettere in scena le parti che crediamo migliori di noi ci da un senso di potere e di controllo sull’incontro che in presenza non avremmo. Fondamentalmente la chat è un luogo di incontro ma è un luogo anche selvaggio, le cui regole non sono chiare e condivise e pertanto può nascondere tranelli e pericoli. Da usare con moderazione (per non perdere di vista i contatti reali con le persone) e con le dovute precauzioni (fare attenzione a dare riferimenti altamente personali prima di aver maturato un certo grado di fidabilità sull’altro, in caso di incontri non farlo in luoghi isolati e/o se possibili valutare la presenza anche di altre persone, comunicare dell’incontro a qualcuno, ecc.)



I tempi dell’incontro

Esistono fasi e passaggi, rituali e cicli, come nella crescita umana e nell’evolversi delle stagioni così anche nei rapporti umani. Il tutto e subito è un utopia nella relazione adulta e matura, il tutto e subito è il mero scambio di attenzioni, momenti, prestazioni. La gradualità,che non è mai né lentezza né sacrificio, ma mera predisposizione e attesa degli eventi in parte per come noi li vorremmo ed in parte per come essi stessi debbono andare secondo un corso naturale della vita che non appartiene a noi. Ma come fare a vivere questi tempi? A colmare l’ansia e il bisogno di controllarli? Come fare a non temerli né ad essere sopraffatto da loro?
Il solo tempo che abbiamo da vivere è il presente, il passato è andato e non ci possiamo far nulla più, il futuro non esiste, deve ancora arrivare. Riportare il passato o anticipare il futuro in una relazione può solo essere deleterio…ed i modi per uccidere così una storia sono tanti.