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19.1.15

Maneggiare con cura. Grazie!

"Maneggiare con cura!" disse un giorno una ragazza riferendo di quanto aveva detto ad una sua conoscente sul cristallo fragile e delicato che sentiva essere la sua Persona in quel momento. "Maneggiare con cura" dicono indirettamente molte persone che mi si avvicinano chiedendomi aiuto per le più svariate situazioni. "Maneggiare con cura" dice a te ogni persona con cui ti relazioni ogni giorno o solo occasionalmente e te lo dice con la sua timidezza, riservatezza, diffidenza o con l'attacco difensivo preventivo.
L'<abuso> che ognuno fa nella relazionalità viene pagato a caro prezzo dell'equilibrio psicofisico, emotivo, energetico, morale o valoriale, intellettivo ed anche economico. In apparenza questo tocca prevalentemente chi lo subisce, e non è vero che chi lo subisce è sempre il più debole. In realtà ad esser toccato da tutto questo è anche colui/colei che lo agisce solo che non se ne accorge, non ne vede i segnali per tempo, ma se ha occhi per vedere ed orecchie per sentire il conto gli sarà presentato dalla vita stessa tutto in una volta. E sarà dura.
"Chi vincerà?" Chiede il bambino al nonno nella vecchia storia Cherokee. E trattandosi di due parti della stessa persona, nel racconto citato nella storia, il nonno può rispondere "La parte che avrai nutrito". Nel nostro caso stiamo parlando di persone diverse di cui in apparenza non siamo responsabili noi stessi. Ed invece? 
Se per un attimo supponessimo che la vita ti sta chiedendo:"Attrezzati! Costruisci gli strumenti, la tua cassetta degli attrezzi per fronteggiare ogni situazione che ti si pone davanti. Impara dall'esperienza." In questo caso puoi scoprire che un potere ce l'hai anche quando ti sembra di subire e lo puoi usare se guardi a quanto ti accade come una OCCASIONE per migliorare il tuo bagaglio di strumenti invece che fermarti a vedere la sola ingiustizia, per quanto dolorosa possa essere. Questo potrebbe essere il tuo modo di far vincere il lupo buono che è dentro di te, il bene su chi troppo spesso non si accorge del male che fa. 
Se invece sei l'altro, colui/colei che ha ferito, che continua a ferire, che molte volte non se ne accorge nemmeno, anche tu sappi che hai un potere: continuare a fare ed a farti del male passando incurante accanto ad ogni vittima dei tuoi dolori, umori o capricci oppure puoi accorgerti che il/la primo/prima ad essere stato/a ferito/a dalla vita sei tu e che anche tu puoi allenare quel muscolo mentale chiamato empatia. E ti accorgerai così che puoi provare emozioni in risonanza con l'altro e che se nessuno te lo ha insegnato non è colpa tua ma è tua responsabilità decidere cosa farne da oggi in avanti. Decidere quale lupo nutrire ogni giorno. Sii delicato anche con te, maneggiati con cura! Amati e lasciati amare. 

C'è per ognuno un punto da cui ripartire per essere migliori, e la questione non è sceglierlo ma non rifiutarlo. La vita ci serve su un piatto d'argento ogni cosa. E poi ci lascia liberi, liberi di accogliere o di non accogliere, di crescere o di restare immutevoli nel tempo. Provate a chiederlo ad un seme gettato nel terreno di restare immutevole. E' impensabile. Provate a chiederlo ad un neonato. Pur volendo non potrebbe mai.

Eppure come esseri umani ogni volta che recitiamo lo stesso copione sempre identico a se stesso stiamo lottando con tutte le nostre forze per restare immobili nella nostra vita e cambiamo le situazioni esterne per non cambiare noi stessi e nel gioco della vita possiamo nutrire il bene o il male, il lupo buono o il lupo cattivo e questa volta la dinamica è fuori di noi, non più solo dentro di noi.

E allora l'invito è ad abituarti a "Maneggiare con cura":
  • te stesso per primo, sei delicato e prezioso, non ne esiste un altro come te; 
  • l'altro, non dimenticare che anche tu sei l'altro di qualcun'altro;
  • le possibilità che ti sono date dalla vita. Sono le occasioni per crescere e migliorarti e non sai mai se ritorneranno. 
La vita è una. Vivila in pienezza!


8.12.14

Sii te stesso!!!! Come fare

La frase più semplice da dire ma anche la più controversa da realizzare... "Sì, d'accordo...ma chi sono io??? Con quali occhiali mi vedo? Cosa produce in me quello che gli altri dicono di me o che io penso gli altri dicano di me? E come io voglio essere? UFF! Che groviglio. Come è difficile, pensavo fosse più semplice.
E che bastasse seguire le farfalline nello stomaco e tutto sarebbe andato liscio come l'olio.... Ostentare sicurezza e nessuno se ne sarebbe accorto. Fare il vago e nessuno avrebbe osato chiedere, lasciar intendere e non dire mai veramente... Un pò come fanno gli attori nei film. Già, a loro riesce bene, come faranno mai? Urge trovare un corso di recitazione e anche urgentemente!!! E mica io sono da meno degli altri...."













Il sentiero che porta alla conoscenza di sè è lungo e profondo. Alcuni hanno paura di ciò che potrebbero scoprire ed allora si fermano in superficie scegliendo di rimanere nella trappola da cui invece vorrebbero fuggire; altri scendono qualche gradino e poi si sentono già arrivati o la stanchezza li fa arretrare o la paura li trattiene; solo pochi riescono ascendere fin giù nel profondo, ma è proprio lì che hanno la possibilità di scoprire il meglio di sè, quello che non avrebbero mai pensato gli appartenesse, quello che hanno sempre desiderato e visto negli altri e invece ce l'hanno anche loro, non hanno più bisogno di invidiarlo, nè di recriminarlo alla vita stessa. E che sensazione di leggerezza accorgersi di tutto questo. Quale stupore. Certo le energie non sono poche, il viaggio è per uomini e donne arguti, che preparano la scialuppa con i dovuti equipaggiamenti, piccoli e grandi scout della vita che sanno fare di ogni ostacolo una opportunità, di ogni crisi una nuova ripartita, di ogni limite una occasione per essere sempre più determinati.

La nebbia, la confusione, le nubi che oscurano la visuale si fanno più chiare mano a mano che si va avanti, mano a mano che le ore passano e il tempo schiarisce, le idee si riorganizzano, le emozioni si placano. Se non ti agiti come il vino nella bottiglia (insabbiando tutto il lavoro fatto fino ad allora) una chance certamente ce l'hai anche tu.
E alla fine della strada i tuoi punti fermi saranno lì ad aspettarti per essere riconfermati nella tua vita.
Qualunque sia il tuo obiettivo di oggi "tieni duro se vuoi arrivare alla meta", non perderti nella confusione dei "se" e dei "ma", ascolta la voce saggia che alberga nel profondo di te, fatti degli amici fidati, sii disposto a chiedere aiuto se occorre e sii pronto a vincere te stesso per arrivare a incontrarti davvero!




24.11.14

Dai castelli in aria, ai film che partono da soli fino alla VITA VERA

Smettere di sognare, smettere di vivere un amore in fantasia, amori che possono durare anni e sono vita e tempo che se ne va. E' possibile? Come si fà? 
Vedi una persona che ti colpisce, il perchè non lo sai, e ti senti tutto sottosopra, scombussolato, felicemente inebriato e "Ciak! Si gira!" il film comincia senza che tu neppure te ne accorgi. E ogni volta, ad ogni momento libero, in ogni interstizio dei tuoi pensieri, mentre guidi e mentre lavori, mentre sei a tavola con amici o con i tuoi, quando cerchi disperatamente di addormentarti..."Ohhhhh! Ma quanto dura questa pellicola?" (dice la prima vocine che è in te) "E' infinita, perchè l'amore, quello vero non ha fine!" (risponde la parte romantica di te).

E giù con dettagli, cambi di scena, batticuori, "se lui, se lei, se io....".
Si, ma se ti giri finisce che cadi giù dal letto e ti svegli, e il colpo in testa potrebbe ricordarti che era solo fantasia, che la vita reale è un altra e intanto che tu monti e smonti le scene, vivisezioni i dettagli di ogni scena per cercare quello che "è ovvio no!?" e fantastichi il lieto fine di fine ottocento il mondo sta andando avanti e qualcun altro sta facendo dal vero quello che tu stai fantasticando. E allora come la mettiamo? 

Come si esce dalla vita ideale e si entra in quella reale? Esattamente vivendola. Lo so, questa formula non è così chiara ed ovvia come ti appaiono ovvi i dettagli che solo tu cogli negli spezzoni del TUO film. Già! A nessuno piace essere contraddetto, e il solo pensiero di non sognare più ad occhi aperti ti infastidisce già, eppure qualcosa di misto a fastidio e curiosità ti si muove dentro. Prova a starci e vedi di che si tratta, cosa ti da fastidio? Cosa ti impedisce di scendere nel reale e lasciare i sogni da ragazzo/a per andare veramente incontro all'altro accettando la sfida dell'incontro come momento più prezioso che hai per una conoscenza semplice e serena di chi ti sta di fronte? Nel sogno puoi fargli fare quello che vuoi tu. Ma l'altro in carne ed ossa è una persona come te, con la sua personalità e la sua libertà e l'incontro può essere un incontro bellissimo indipendentemente da che l'altro corrisponderà appieno ai tuoi desideri o meno. Anche perchè, non dimenticarlo, l'altro conosciuto può essere molto diverso dall'altro fantasticato, ed è proprio lì che il tuoi castelli in aria possono infrangersi


18.11.14

Il decalogo degli innamorati



  1. Non usarmi se lo facessi io con te ne soffriresti tu ed io.
  2. Non distruggere la fiducia che ho in te, da questa dipende anche la fiducia in me e nella mia capacità di riporre fiducia nelle persone.
  3. Non tarpare i miei sogni per avvalorare i tuoi, costruiamo i nostri e in due potremmo realizzarli.
  4. Non prenderti gioco di me, di ciò che sono e sono stato. Se lo facessi io con te ti sentiresti sminuito ed offeso.
  5. Non trascurarmi. Come la rosa di SaintEuxpery sarò importante per te fintanto che mi avrai dedicato tempo e cura.
  6. Non soffocarmi, ho bisogno del tuo amore e della tua vicinanza ma anche della libertà di muovermi, pensare, dire la mia e per tutto questo ho bisogno dei miei tempi.
  7. Non sostituirti a me, voglio essere una persona forte e decisa al tuo fianco. 
  8. Non essere geloso. Ho scelto te e il mio cuore è oramai occupato.
  9. Non sentirti incompreso. Parlami. Solo così ogni giorno il nostro rapporto crescerà.
  10. Non rinunciare a chiedermi, propormi, semplicemente lascia che io possa accogliere, rifiutare o dire la mia proponendo dell'altro.

A. R.



25.10.14

Punta in alto! Non puntare al ribasso

Dicevamo appunto di non crogiolarti sulle esperienze passate, sulle tue ferite, sulle delusioni, sul dolore che inevitabilmente ti costringe a ripiegarti su te stesso. Chiedi a te stesso ogni giorno di guardare il lato bello di ogni situazione, anche lì dove ti ostini a dire "Non ci può essere del bello". Elwood N. Chapman nel suo noto manuale "Ottimisti si diventa" ci ricorda che ogni situazione può avere il suo lato buffo, il suo lato positivo. Un pò come le monete che hanno sempre due facce, eppure restano sempre la stessa moneta.
E allora non dire di te o della tua vita che sei insoddisfatto. Ricorda invece che puoi essere nel mondo il cambiamento che tu vuoi vedere nel mondo. E sai cosa significa?
Semplice:

  1. ogni volta che dici "Sono solo, non ho amici, anche stasera resto a casa": è una bugia! Non sei il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. A quante persone impedisci di entrare nella tua vita? Sei parte del mondo, e se sei parte del mondo la campana suona anche per te, perciò alza la cornetta e chiama quell'amico o amica che da mesi ti dice vediamoci. Smetti di ripeterti che è l'altro a dover fare il primo passo.
  2. ogni volta che dici "Tanto è inutile che ci provo, quella lì non mi si filerà mai!" bene, sappi che sei un profeta, sì, hai appena profetizzato sulla tua vita e non per il tuo bene. In gergo comune si chiama profezia che si autoavvera, e sai perchè? Perchè il tuo atteggiamento può fare la differenza. Tu per primo lo credi di avere del bello da dare o lo nascondi a te stesso ed agli altri? Se ambisci a incontrare veramente l'altro/a, mostrati esattamente per come sei e sinceramente interessato a sapere chi è l'altro/a.
  3. ogni volta che all'inizio di una nuova relazione ti dici "So già come andrà a finire, io ci provo ma..." ancora una volta stai facendo le cose senza convinzione e continui a fare ogni passo senza metterci te stesso chiedendo all'altro di darti quell'entusiasmo che da te non riesci più a darti. Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nell'altro, potremmo dire parafrasando Ghandi.
E allora caro amico/a, voglio ancora una volta ricordarti, prima di passare ad altro, che in te c'è del bello che tu stesso devi ancora scoprire, appropiartene e valorizzare. Tu, tu per primo, e poi l'altro. Fintando che guardi alle tue aree grige attirerai attorno a te persone grige. Ma poichè dentro di te porti un sogno, un sogno grande, quello del bene e del bello allora il mio invito resta quello di non puntare al ribasso, scegli per te stesso il bello e il buono. Spero ti sia chiaro che non sto parlando della persona che ti starà accanto ma di te, del bello e buono che è in te e che ogni giorno devi scegliere se vuoi attirare attorno a te persone persone altrettanto belle e buone? Ti è chiaro che non puntare al ribasso significa amarti?
Ed amarti non vuol dire vedere in te solo il bello, come se in te non ci possano essere difetti, ferite, preoccupazioni che sono invece in ogni essere umano. Amarti significa conoscerti e volerti bene, accoglierti in quelle fragilità che ti appartengono anche se tu non le vorresti, in quei difetti che sono stati sempre il punto dolente della tua vita, in quelle delusioni che ti hanno bloccato. 
Tutto questo amico caro, costituisce il bagaglio che, se vuoi, puoi decidere consapevolmente di elaborare con un sostegno psicologico o psicoterapeutico adeguato per essere una persona migliore di quello che già sei e per andare nelle strade della vita ed incontro all'altro/a con uno zaino leggero ma ben attrezzato sulle spalle.

Buon viaggio!


8.10.14

Perchè tanti single oggi?

Tanti esperti raccontano di come sia cambiata la situazione sociale e culturale del nostro tempo e molti dei motivi per cui tanti giovani adulti restano single a lungo sono ben noti: il passaggio epocale dal matrimonio (e della vita stessa in tutti i suoi aspetti) fondato sul senso del dovere a quello fondato sul senso del piacere; il cambiamento o il capovolgimento di alcuni bisogni da quelli fondamentali (legati alla sopravvivenza) a quelli di autorealizzazione; il sistema politico ed economico che svantaggia le coppie e la famiglia; l'introduzione del divorzio ed il conseguente calo dei matrimoni da una parte e la sempre maggiore facilità a disinvestire energie nella relazione che si è scelta.
Il motore di fondo, quello che nei secoli e milenni della storia dell'uomo ha mosso alle grandi rivoluzioni è la PAURA. Paura di non aver fatto la scelta giusta, paura che nonostante l'amore che si da non si sarà ripagati abbastanza, paura che non siano i sentimenti più puri a muovere le corde della relazione, paura che....in fondo non valiamo abbastanza per meritarlo questo amore!
E allora le nostre teste sono piene di tanti "si...ma...però...." come se l'amore fosse condizionato. Sei proprio sicuro che l'amore sia questo? Cosa hanno le coppie felici di diverso dalle altre? In un post precedente ti avevo invitato ad osservarle, l'hai fatto?
In ogni caso rasserenati: ciascuno è diverso. E ogni storia è diversa. Non puoi pretendere di fare la stessa scelta di un altro o che quello che è successo ad un altro accada anche a te. Tu sei diverso, tu sei UNICO! Unico ed irripetibile, come uniche ed irripetibili saranno le relazioni che ti capiteranno. Non esser facilone nel generalizzare per sommi capi  quando vedi delle similarità. Tu sei tu! Ed hai il tuo modo di fare una scelta che è diverso da un altro e questo lo potrai apprezzare solo se ti conosci fino in fondo. Sei unico, non desiderare l'omologazione!
Sei unico/a e bello/a così come sei. E SEI DEGNO DI STIMA E DI AMORE. Lo credi? O fai finta di crederci? (Più avanti ti spiegherò anche la differenza ed i disastri che ne possono venire nella tua vita e in quella degli altri quando non ci credi o fai finta di crederci.) Fortunato chi si guarda dentro e sa che anche se non è tutto bello ciò che vede questo non cam,bia l'essenza del suo credere in se stesso e nel proprio valore fondante, chi sente le proprie radici forti pur nelle sue fragilità perchè sa che sta lavorando per essere una donna o un uomo ogni giorno migliore invece che ritenersi arrivato per sempre.
Oggi tutto ci viene proposto come bello e accattivante, tutto solletica le nostre passioni e pulsioni, esattamente come quando eravamo bambini davanti agli enormi scaffali dei grandi magazzini: come fare a SCEGLIERE? Cosa vale veramente la pensa di portarti a casa? Ci sono alcuni di noi che scelgono ponderando bene le informazioni e dunque hanno bisogno di darsi tempo per conoscere l'altro e dare all'altro il tempo per ri-velarsi (nella relazione tutto è duale, tutto è da leggere nbella reciprocità degli aspetti, non posso dimenticare che c'è un altro davanti a me e non un oggetto a cui chiedo di fare ciò che voglio). Altri invece vanno a passo spedito come se già sapessero cosa vogliono, hanno evidentemente sviluppato dei sensori (ne parleremo più avanti) per decifrare cosa gli piace e cosa no, e sono capaci di confermare e mantenere la loro scelta nel tempo. Siamo diversi, siamo unici! E allora di fronte ad una società che differenzia sempre più le scelte fino a confonderci a volte anche in amore siamo sempre più confusi, a volte anche "diffusi"! (E questo chi partecipa ai miei seminari lo sa già!)
E in questo modo è come se rimanessimo sempre degli ETERNI BAMBINI: bisognosi d'amore al punto di fare di tutto per non doverci rinunciare e rompere ogni cosa quando le cose non vanno come noi le immaginavamo (dando la colpa ora a Sè ora all'Altro), pronti a voler prendere tutto e non rinunciare mai a nulla, senza dunque saper lasciare per fare spazio a quell'Altro che inevitabilmente ti chiede spazio/tempo/incontro/autenticità/intimità/disponibilità/accoglienza/dialogo/confronto.
Esattamente come i muscoli, queste abilità possono essere rinforzate. Basta sceglierle! Impunto essenziale è: chiediti a che punto sei sulla strada e attrezzati per proseguire il tuo cammino.

3.10.14

"La nostra paura più profonda"

"La nostra paura più profonda"



La nostra paura più profonda 
non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.

E' la nostra luce, non la nostra ombra, 
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?" 
In realtà chi sei tu per NON esserlo? 
Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo, 
non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato 
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
 non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta 
la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi: 
è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo 
agli altri la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo dalle nostre paure, 
la nostra presenza 
automaticamente libera gli altri.

 

Nelson Mandela 



Carissimi, è con questo magnifico augurio che voglio riprendere a dialogare con voi attraverso queste pagine, affinchè sappiate che il mio desiderio più profondo è che ciascuno di voi possa essere serenamente e liberamente ciò che veramente è nella sua essenza più profonda. Perchè nessuna paura possa offuscare ciò che veramente tu sei, perchè qualunque messaggio sbagliato o di sfiducia in te tu possa aver ricevuto e assimilato, qualunque esperienza abbia segnato la tua vita tu possa esser certo che non sei la tua paura, non sei quel messaggio, non sei quella esperienza: TU SEI MOLTO DI PIU' e in te c'è molto di bene che forse tu stesso devi ancora scoprire. E allora diamoci da fare. C'è sempre un momento da cui partire per cambiare e quel momento è arrivato. 

Se ti hanno detto che così come sei non vai bene pensaci (e fallo in serenità): o ti stanno dando un consiglio per la vita e allora ti toccherà impegnarti duramente per capire cosa di te veramente devi migliorare oppure ti stanno chiedendo di compiacerli e ti servirà una buona dose di carattere per dire con fermezza che la pensi diversamente da loro.
Se ti ripetono che non ce la farai, che devi sforzarti, sbrigarti, e affannarti chiediti in cosa non ti stai impegnando fino in fondo (e sii onesto con te stesso), in quale passaggio ripetitivo e lento della tua vita ti stai intrappolando. O forse ti stanno chiedendo di fare cose che tu non puoi perchè non ti appartengono, o di realizzare i loro sogni che sono i loro e non i tuoi? Decidi dove vuoi arrivare e fai il tuo piano: nessun marinaio salperebbe senza la sua mappa stellare per orientarsi su dove sta andando e sapere quale è la via da seguire.
Se ti chiedono di fare sempre tutto per bene sappi che è dal caos che nascono le nuove invenzioni. Nessuno è perfetto e neanche tu! Ti risolleva sentirlo? E allora ricordatelo, scrivitelo da qualche parte. Ma ricordati che tutti, e dunque anche tu, siamo perfettibili, ovvero che se lo desideriamo possiamo migliorare quelle parti di noi che ci impediscono di essere persone autentiche e serene con noi stessi e con gli altri.
E allora buon lavoro! E poi raccontami come è andata....

2.1.14

Inseguendo un sogno!

Inseguendo un sogno ti accorgi che la vita vera e reale è speso un pò diversa da come l'avresti voluta e la vorresti immaginare. Ti accorgi che tante idee a cui con il tempo ti sei affezionato e che ti rassicurano tante volte di fronte alla realtà si dissolvono come bolle di sapone.
Un'idea che tutti ci siamo coltivati sin da bambini è quella del principe azzurro per le ragazze e della bella addormentata nel bosco (ma anche colta tuttofare dedita solo al suo uomo) per i ragazzi. Personaggi bellissimi, valorosi e pieni di attenzioni per l'altro mentre: il tuo collega in ufficio è scorbutico e a malapena ti saluta, la ragazza che incontri ogni giorno in metro per andare al lavoro e che hai notato per "un certo non so che" che ancora non hai compreso è slavata, la cassiera del supermercato sotto casa che ti sorride sempre è tutta rifatta, il fruttivendolo ammiccante ha convinzioni totalmente diverse dalle tue, il velista appassionato del mare è sempre sfuggente e se non lo segui nelle sue avventure non hai altri momenti di incontro, la designer di moda è sempre tutta in tiro....

.....è possibile scoprire in ciascuno un volto nuovo?!
.....è possibile che tolta la maschera siamo tutte le stesse persone meravigliose e impaurite?!
.....è possibile darsi e dare all'altro una nuova possibilità di essere migliori?!

Se pensi all'essere umano, ogni giorno cresce.
Se pensi ad un albero, ogni giorno è più grande.
Se pensi ad un qualunque oggetto, ogni giorno ha un giorno in più.


E tu? E l'altro? Non siamo esseri statici, la prima idea dell'uomo che deve potersi modificare è che non è vero che "sono fatto così!". Sei fatto così se non vuoi migliorarti; sei fatto così se non trovi nè in te ne nell'altro una motivazione per uscire da te stesso e fare qualcosa di diverso da ciò che sei abituato a fare; sei fatto così se la tua cassetta degli attrezzi e la rete di supporti non è ben fornita o non decidi di rinfoltirla.
Pensa che potere grande che hai: è in te una chiave di svolta immensa per il tuo vivere bene e rendere il mondo più sereno e amabile anche agli altri.

Il recente compianto Nelson Mandela così si esprimeva:

"La nostra paura più profonda"



La nostra paura più profonda 
non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda, 
è di essere potenti oltre ogni limite.

E' la nostra luce, non la nostra ombra, 
a spaventarci di più.

Ci domandiamo: "Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?" 
In realtà chi sei tu per NON esserlo? 
Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo, 
non serve al mondo.

Non c'è nulla di illuminato 
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
 non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere, 
come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta 
la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi: 
è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce 
di risplendere, inconsapevolmente diamo 
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure, 
la nostra presenza 
automaticamente libera gli altri.

 


Pensate che potere forte abbiamo sulla nostra vita e su quella degli altri. E' fortissimo!
E allora parti da te, per incontrare l'altro, parti dalla meraviglia che sei e inevitabilmente attirerai altre meraviglie attorno a te. Partire dall'idea che ti sei fatto dell'altro è continuare a rimanere ed a far rimanere "nell'ombra". E nell'ombra non si "risplende". Tante volte ci accontentiamo dell'ombra perché ci sembra più sicura, più nota e questo finisce per pesare di più, sul piatto della bilancia, dell'incertezza del nuovo e del bello seppur tanto desiderato con il rischio di inseguire qualcosa che non si raggiungerà mai.

Ed anche Ghandi diceva "Se vuoi cambiare il mondo prima cambia te stesso. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo."
Sugli altri non abbiamo alcun potere, e meno male. Su di noi si! E il potere che abbiamo su di noi certamente contagerà gli altri.

E poiché ciascuno di noi non vorrebbe che un altro lo schedasse a vita senza dargli più nessuna chance, alleniamoci ad essere aperti anche al cambiamento possibile nell'altro. In tal modo faremo all´altro ció che vogliamo sia fatto anche a noi!

18.11.13

Dove abita la felicità?


Dicevamo nel post precedente che riporre nelle mani degli altri la nostra felicità è un inganno in cui facilmente si cade. “Se

fai questo per me io sarò felice!”: ne sei proprio sicuro? Se è così allora lascia che ti dica una cosa: sei spacciato/a in partenza. Basterà che la volontà dell’altro sia differente dalla tua per farti sprofondare; che un progetto a cui tenevi non venga accettato e tutta la tua vita è nel baratro; che l’uomo o la donna a cui fai il filo ti dica di no una sera perché non gli va di uscire (è preoccupato per quanto sta accadendo sul lavoro, o in famiglia, ha avuto una esito negativo ad un esame e vuole avere un attimo di pace interiore per capire quale sarà il passo successivo, ecc,) ed ecco che tu ti senti svalutato, sminuito, non considerato mentre la scelta dell’altro non dipende affatto da te.
Le convinzioni che abbiamo sulla felicità e il conseguente nostro atteggiamento hanno il potere di condizionarci e soprattutto non ci permettono di riconoscerla e viverla. La felicità è uno stato mentale a cui il nostro cervello tende, le ricerche lo dimostrano ormai da anni eppure continuiamo ad avere dei preconcetti forti su di essa.

Crediamo che la felicità vada meritata e/o conquistata “Se faccio/realizzo/raggiungo questo mi sentirò bene/felice/appagato!” Devo meritarmela, devo sacrificarmi per essere felice, devo rinunciare a, devo lottare per… Ogni devo che aggiungi alla tua vita la rende pesante e faticosa e crea in te un conflitto. Ogni volta che trasformi un dovere in una scelta, anche talvolta costosa in termini di impegno e di rinunce, fai in modo che quella fatica si trasformi in energia positiva e ti appaghi. Non possiamo vivere solo di piaceri né possiamo essere schiacciati dai devo che spesso diventano una vocina insidiosa e soffocante che opera in noi e non ci lascia liberi. La libertà che porta alla felicità è l’atto della scelta che partendo da un condizionamento (devo) si trasforma in una accoglienza di quanto sta accadendo e da senso a ciò che accade.
Alcuni credono che si debba lottare per essere felici, non vi pare un controsenso? La felicità è di tutti, se è così ce l’hai già, non è l’altro che te la sta rubando e non c’è alcuna lotta da fare. Sarà il modo come tu reagirai a quella situazione a renderti felice oppure sofferente. Numerosi studi scientifici evidenziano come il  nostro cervello è programmato per produrre felicità continuamente attraverso una serie di connessioni di pensieri e di capacità di dare senso. La felicità prodotta dal nostro cervello è sostenuta da alcuni sistemi importanti quali quello della valutazione del piacere e della gratificazione che si mantengono attivi per mezzo della produzione di endorfine e neuro-trasmettitori, che regolano il nostro stato di benessere e felicità.

Crediamo che la felicità appartenga ad altri e sia lontana da noi “Tutto questo potrà accadere agli altri, per me non sarà mai così!” Come una sorta di rassegnazione, di predestinazione. Ti hanno mai detto che non si avvera ciò che chiedi ma ciò che credi? Che c’è un modo di essere profetici su se stessi (la profezia che si auto avvera) legato alle energie che metti in campo in base a quelle che sono le tue credenze di base? Se gli studiosi di psicologia sociale hanno ragione forse dovresti ravvederti sulle tue idee di partenza: la felicità è per tutti! Se sei parte del tutto è anche per te e può essere così vicina da non riuscire a vederla? Sì, scava bene dentro di te e continua a leggere il post.

Crediamo che la felicità sia una meta irraggiungibile “Non sarò mai così felice!” Rendiamo le nostre mete irraggiungibili ogni volta che idealizziamo una condizione. Noi viviamo nella realtà, non nell’ideale. La felicità ideale non esiste qui in mezzo a noi, esiste la felicità possibile, quella che tu puoi sperimentare e anche amplificare, lo sapevi? Sì, la felicità si amplifica quando permetti all’altro di condividerla con te. In quella condivisione l’altro diventa cassa di risonanza che accresce la tua felicità. Ti sembra strano? Prova a pensare a quando hai avuto una gioia e sei corso a comunicarlo a qualcuno: che reazione ha avuto? Una persona che ti ama (nel senso più generico del termine) è stra-felice per te e questo suo essere felice per te ha aumentato la tua gioia?
Una accortezza: non far caso a chi blocca la tua espressione di gioia, molto spesso ha solo paura di non saperla gestire e che non ce ne sia per lui/lei. Magari gli/le sarebbe utile leggere questo post e potresti girarglielo.

Crediamo che la felicità sia legata alle contingenze esterne “Se accade questo sarò felice!” Sappi che puoi essere felice a prescindere da ciò che accade. Essere felici perché il sole sorge, perché oggi è un giorno nuovo ed è un'opportunità ancora per fare/dire/provare/dare; essere felice mentre attorno a te tutto è sofferenza, fatica, impegno sono condizioni che appartengono a te e a te solo!
Se stai cercando la felicità fuori di te la stai cercando lì dove non c’è.

VUOI ESSERE FELICE? Come sempre alla base del cambiamento di una condizione che si mantiene nel tempo c’è una decisione da prendere. Quale è la tua? Quali condizioni poni alla felicità? Cosa ritieni che ti serva per essere felice?
Ci sono persone che hanno ben poco, non sono alla ribalta e hanno pochi contatti eppure si dichiarano molto felici. Dalla maggior parte delle persone sono considerate delle persone semplici eppure sanno come lasciare spazio in loro alla felicità, sono contente di ciò che hanno e ne sono grati. La felicità, come la sofferenza, è un prodotto del nostro cervello, un derivato dei significati che diamo alla nostra esperienza, di ciò che chiediamo ogni giorno e in ogni situazione alla nostra vita per appagarci.
Inseguire cose grandi è bello, ma se non abbiamo imparato a dare senso al bello delle piccole cose siamo sicuri che i grandi successi ci gratificheranno?

La gioia è in te ed è una scelta: scelgo di essere felice! A partire da questa scelta posso sviluppare e potenziare pensieri positivi, azioni e gesti che producano felicità. 
Ricorda che il motore è in te, e fintanto che la cerchi lontano da te o fuori da te resterà irraggiungibile e non tua. Ugualmente se scegli di tenerla tutta per te e non condividerla otterrai che ben presto si esaurirà, mentre nel condividerla permetterai che si moltiplichi!

31.10.13

Tu come ti affezioni?



Ci sono persone che sono espansive, alcune sono anche molto tattili, amano il contatto fisico, altre invece sono più restie ad avvicinarsi. Per certi aspetti queste caratteristiche sono delle predisposizioni ma per tanti altri sono dei comportamenti appresi sin dalla più tenera età in base alle esperienze che facciamo della nostra corporeità (se siamo stati accarezzati, massaggiati, coccolati) e del grado di vicinanza che possiamo sperimentare come sicuro (se nell’esperienza personale c’è quella della fiducia, della riservatezza della confidenzialità, tenderò ad essere più facilmente intimo con l’altro, viceversa se l’esperienza è quella del tradimento della fiducia o della ridicolizzazione tenderò ad essere maggiormente introverso rendendo inaccessibili emozioni e pensieri.
Provo ugualmente delle emozioni?
Certo che si! Solo che la coloritura delle emozioni è molto variopinta e la stessa emozione può essere provata a gradi diversi da persone differenti anche in situazioni piuttosto simili. Come se avessimo dei recettori che per qualcuno si attiva al massimo e per qualcun altro un po’ meno.
Cosa possiamo fare?
Chi è più propenso ad esprimere le sue emozioni sicuramente dovrà allenarsi a leggere i dati di contesto per capire se il luogo e il momento sono quelli opportuni e se le persone che ha di fronte possono accogliere la sua espansività. Viceversa chi è più introverso dovrà vincere un po’ di resistenze e cominciare a partecipare qualche aspetto di sé, dapprima agli intimi, poi pian piano anche con gli altri tenendo sempre ben presente che con gli intimi potrà allenarsi a dire di più di quanto dirà mai ad un conoscente o ad un collega che non sia anche amico.
Esprimere la propria gioia contagia anche gli altri; esprimere le proprie paure crea condivisione e vicinanza permettendo il sostegno e l’incoraggiamento; esprimere il proprio dolore permette l’accoglienza; esprimere il proprio disgusto permette la definizione dei confini tra ciò che siano noi e ciò che è l’altro e dei limiti tra ciò che condividiamo e ciò che rifiutiamo; esprimere il proprio stupore è il grazie che diciamo all’altro per il dono che ci ha fatto.
Molto spesso tendiamo a socializzare solo alcune delle emozioni mentre le emozioni tutte sono la coloritura e non le sfumature della nostra esistenza. La loro espressione permette l'avvicinamento tra le persone. 


Chi ha imparato ad esprimerle vive certamente meglio e si relazione anche meglio, e in questo ci si può sempre migliorare. Attenzione invece a non vomitarle sull’altro, potreste pentirvene e fargli molto male!

E allora buone colorite emozioni!

21.10.13

Ci credi nell'amore?

Ehi tu! Dico a te! Cosa pensi dell'Amore? 

Credi che esista, che sia solo una montatura cinematografica o meglio ancora una trovata commerciale, credi che sia un fuoco di paglia, credi che “c'è, esiste, non si vede e ti sta aspettando”?!
Che idea ti sei fatta di Lui: di quel simpatico puttino alato che se ne va in giro con arco e frecce e non si sa mai se tira bene la mira oppure no?
Dicono che sia cieco, allora come fa a tirar frecce per far accoppiare le persone. Io, questi miti, proprio non li capisco!!! E tu?


Ti racconto una storia, leggila piano....

La FOLLIA decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la FOLLIA propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che cos'è?" domandò la CURIOSITA' "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete quando avrò terminato di contare, vi cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad eccezione della PAURA e della PIGRIZIA. "1.. 2.. 3.. - la FOLLIA cominciò a contare. La FRETTA si nascose per prima, dove le capitò. La TIMIDEZZA, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La GIOIA corse in mezzo al giardino. La TRISTEZZA cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'INVIDIA si unì al TRIONFO e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La FOLLIA continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La DISPERAZIONE era disperata vedendo che la FOLLIA era già a novantanove. CENTO! - gridò la FOLLIA - Cominciò a cercare...la prima ad essere trovata fu la CURIOSITA', poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la FOLLIA vide il DUBBIO sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la GIOIA, la TRISTEZZA, la TIMIDEZZA. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è L'AMORE ?". Nessuno l'aveva visto. La FOLLIA cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'AMORE. Cercando da tutte le parti, la FOLLIA vide un roseto, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'AMORE, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La FOLLIA non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'AMORE per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'AMORE accettò le scuse. 
OGGI L'AMORE E' CIECO E LA FOLLIA LO ACCOMPAGNA SEMPRE.


Tutte queste emozioni ed i comportamenti ad esse correlati esistono veramente e chissà quante volte nella tua vita ti sarai riconosciuto con uno di questi atteggiamenti.
Come ti comporti di fronte all’amore? Sei timido/a e ti nascondi velocemente cercando di non farti scoprire; sei “folle”e distratto e finisci per ferire l’altro anche senza volerlo; come la paura e la pigrizia ti tiri indietro “troppa fatica”, "chi me lo fa fare!"; come la curiosità e la fretta ti lanci troppo presto e senza badare ai particolari; come la tristezza e la disperazione ti fai prendere dall’emozione oppure resti intrappolato/a nel dubbio?

E' gustando la gioia piena della relazione che l’amore farà capolino dal suo nascondiglio!

23.9.13

Meglio soli che male accompagnati?

Durante un viaggio di qualche tempo fa incontrai due signore che mi conoscevano sin da ragazzina, entrambe sposate ed entrambe con figli. Mi chiesero come stavo e se ero fidanzata, risposi di no e si stupirono. 
Qualche istante di silenzio e poi... la prima, per superare l'imbarazzo di non saper come proseguire aggiunse tentando un'espressione di complicità ammicchevole sul volto "Meglio così! In questo modo sei libera di fare ciò che vuoi". La seconda signora a questo punto non può più tacere e interviene "E' un esperienza che devi fare, se hai al fianco la persona giusta si condivide ogni cosa, nel bene e nel male e c'è tanta gioia".
A chi delle due daresti ragione?
Un input per farti un idea lo trovi nella "antica storia Cherochee" pubblicata sulla barra laterale dell'home page, almeno per spiegarti come mai ci possano essere posizioni tanto diverse sulla stessa situazione.

Quante volte anche tu ti sei trovato a vivere situazioni in cui nell'altro hai letto l'imbarazzo del non saper che dirti e subito dopo hai ascoltato frasi dette così, solo per riempire l'etere ma che hanno un grande ascendete sui pensieri che interiorizziamo, le idee che ci facciamo?


Ognuno ti indica il suo personale sentiero e ci vuole molta saggezza per lasciare a ciascuno la possibilità di farsi la sua personale opinione e molta determinazione per CONCEDERSI di invertire la rotta.
Se ritieni che anche per te sia necessario passare dalla posizione della prima signora a quella della seconda, VIENI E VEDI! Il programma ESEC fa per te.
"Essere single Essere in coppia" altrimenti noto come AMORE E'... ha l'obiettivo di svelare i retroscena dell'amore, di frenare le illusioni, di imparare dalle tue cicatrici, di toglierti le bende e vederci chiaro, di preparare la strada all'amore che non è ancora arrivato e di rinforzarne i bordi per quello che hai incontrato già.