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9.11.16

Quel sottile gioco tra controllo e dipendenza


Quante volte sei parte o assisti a litigi in cui uno dei due partner si lamenta che l'altro non è autonomo, non fa le cose per conto suo, in cui uno dei due finisce lo sfogo del momento con un 'Sono stufo/a che DEVO sempre pensare io a tutto!'?
Quante volte in quel ruolo aggredisci l'altro fino a essere anche violento/a verbalmente perché a tuo avviso è un incompetente 'Possibile che non ti sei accorto che', 'Ti DEVO dire sempre tutto io?', 'Diamine, lo sanno anche i bambini!', 'Ma non ci arrivi col cervello?'.


Dall'altra parte il partner di turno.'Ecco, lo sapevo. Non mi lasci mai spazio non mi fai fare mai come dico io e ti lamenti sempre. Stai un pò fermo/a, sta un po' zitto/a! Mi DEVI lasciare fare a modo mio.' E dentro di sé continua a borbottare <<Non sono un/a bambino/a, smettila di dirmi come DEVO fare le cose. Sarò pure libero/a di sbagliare sì o no?! Tanto poi alla fine i fatti dimostrano che il più delle volte ho ragione io>>.

Scene classiche in cui tutte le espressioni escono di getto, sono fuori dal raziocinio della persona e nulla hanno a che vedere con il bene e l'amore che l'uno vuole all'altro mentre tanto hanno a che vedere con i ruoli che ci si è scelti nella coppia. Eppure ciascuno se la prende sul personale spesso covando risentimento, perché?

La dinamica dei due partner richiama un sottile gioco, quello del Gatto e Topo, di Guardia e Ladri, ed in definitiva del controllo e delle dipendenze. E' come dire: "Non lo faccio perché lo fai sempre tu/Lo farei volentieri se mi lasciassi tempo e spazio/Voglio farlo come e quando dico io" e dall'altra parte "Devo farlo perché tu non ti muovi/Deve essere fatto per tempo se no poi.../Per la mia organizzazione delle cose a me serve proprio ora, non posso aspettare i tuoi comodi".

In questo modo di comunicare ciascun partner, per poter essere confermato come persona, ha bisogno di evidenziare quello che fa o che è capace di fare, cosa che è messa maggiormente in risalto nel confronto con l'altro. Certo nessuno dei due in quel momento si sta accorgendo che per dare enfasi a sé stesso sta penalizzando l'immagine dell'altro e così facendo perde un alleato per la discussione successiva in cui anche l'altro a sua volta avrà bisogno di fare una rimonta al fine di gestire un suo equilibrio interno. E il processo oramai innescato può continuare a vita.
Ne pagano le spese amici, parenti, figli che nel tentativo di far dialogare i due impiegano anni, energie, a volte sacrificano aspetti della loro stessa vita, sogni e speranze che una relazione di coppia possa funzionare.

Allorquando questa dinamica evolve in toni aggressivi pian piano le persone attorno alla coppia cominciano a diradarsi fino a sparire. Qualcuno di fronte ai vari tentativi senza successo comprende che la situazione è tale perché 1) nessuno dall'esterno può modificare lo stato di cose tra i due partner, solo loro ne hanno il potere 2) che questo sottile gioco è diventato negli anni il collante tra i due, senza di esso con molta probabilità non avrebbero più nulla da dirsi. Allontanarsi per gli altri e per i figli diventa un esigenza di sopravvivenza interiore. Restare può finire per essere molto dannoso per se stessi se non si dosano bene le energie e gli spazi di realizzazione personale.

E' importante sapere che questo modo di comunicare si nutre dell'insicurezza della persona a cui alla stessa cerca di reagire trasformandola in un bisogno, quello di gestire, controllare, fare, tutto sempre direzionato verso qualcun altro se non verso la vita stessa. Occuparsi di sé è piuttosto difficile per questo tipo di persone e così vivono nel rammarico di non essere state, di non aver potuto, di non aver avuto l'occasione...ecc. ecc.

E il partner? L'altro/a si appiattisce, si accomoda, si adagia, almeno all'inizio, fino a pretendere sempre di più? In realtà no, solo fino a credere che tutto questo Eden paradisiaco sia sempre dovuto e scontato, fino a volerselo difendere, a non volerci rinunciare, a sentirlo come dovuto.

Solo a questo punto il partner che per primo ha contribuito a creare questa situazione si accorge che l'altro/a è in una posizione di comodo. Il più delle volte lo realizza quando si accorge di non avere più tempo per sé, né spazio, nessuna libertà di espressione e di azione. Solo a questo punto, avvertendo le proprie ristrettezze, emerge il fastidio e poi la rabbia. La persona comincia a ribellarsi ed a prendersela con chi "semplicemente" ha creduto alle sue promesse lusinghevoli (il partner che ha beneficiato per anni di tante e devote attenzioni). Troppo di rado queste persone si accorgono che hanno una funzione importante sia nella genesi che nel mantenimento di questa situazione mentre più sovente continuano a recriminare colpe all'altro/a. E a sentirli sembra davvero che siano i primi a voler cambiare lo stato delle cose.
Il fatto è che questa è una di quelle situazione dove la volontà da sola non è sufficiente. Occorre anche sapere cosa e come farlo.


E allora cosa e come si può fare?

Innanzi tutto rendersi conto che c'è un io e un tu; che esiste una complicità su cui regge la dinamica e di conseguenza un 50% e 50% di corresponsabilità; che c'è un circuito che occorre disinnescare facendo qualcosa di profondamente diverso da quello che spontaneamente verrebbe da fare e che proprio per questo l'aiuto di un professionista, come un terapeuta di coppia, può essere determinante.

Riconoscersi valore è sicuramente un passo importante ma non l'unico e neppure quello più importante (lascerebbe intrappolati in una rabbia che si trasformerebbe con grosse possibilità in egoismo e rivalsa); accettare di essere stati compartecipi se non addirittura i promotori della situazione che si è andata via via consolidando (assumersi la propria parte di responsabilità è determinante per attivare il processo di cambiamento); ricordarsi il modo in cui le persone si scelgono che quasi mai consapevolmente, più spesso inconsapevolmente attraverso modalità di compatibilità sana (ovvero sulle aree di potenzialità) o insana (ovvero in base alle proprie ferite e insicurezze da colmare) di funzionamento ed in definitiva in base al livello di crescita personale che hanno raggiunto.

La mania di controllo è una trappola in cui ci la persona che si sente risucchiata cerca di risucchiare anche l'altro. Se l'altro/a è uno spettatore inerme, passivo, facilmente ciò può accadere. Se viceversa ha carattere, forza, temperamento, consapevolezza di sé e di ciò che vuole per se, capacità di scelta per (ac)cogliere quando c'è da accettare o opporsi quando c'è da rifiutare o di ridefinire quando c'è da intendersi, o di dire la sua e di rispettare i suoi tempi ed i suoi spazi quando c'è da condividere, allora sarà in grado di "tener testa" a una persona che in fondo in fondo sta cercando i suoi stessi confini, il suo stesso limite.


Dott.ssa Antonella Ritacco

15.9.15

Love Day_Come dare e ricevere amore ed avere relazioni appaganti

Ogni giorno respiriamo amore, riceviamo amore, doniamo amore. L'amore circola senza che noi ce ne accorgiamo e nutre la nostra linfa vitale, ricarica il nostro bagaglio emozionale. 
Ogni giorno qualcuno cerca amore, pretende amore, è obbligato a dare amore, subisce "amore". L'amore che si sforza o è subito non sostiene il nostro benessere, svuota il nostro bagaglio emozionale, risucchia la nostra linfa vitale e finiamo per sentirci fiacchi, senza più energie. 

Vogliamo iniziare così dopo la pausa estiva. Annunciandovi il Love Day del 25 settembre, dalle 18.00 alle 19.00, ingresso libero.

Come sostenere l'amore nel suo circolo naturale? Come non cadere nelle trappole dell'amore forzato? Come non subirlo quando è troppo o non è desiderato? In definitiva come accogliere senza essere invaso usando tutto il tuo potenziale emozionale.
Questo e molto altro ancora nelle giornate aperte del Love Day e negli appuntamenti de I dialoghi sull'Amore. In sede verrà annunciato il programma dei prossimi mesi.

Vi aspettiamo in Viale Etiopia 18, C/o Studio di Psicologia e Psicoterapia, Roma, Metro B1 Libia




9.8.15

Come innamorarsi da grandi: la sfida lanciata a Cupido affinché aguzzi meglio la mira!

L´amore si sa, non ha età. Ha il suo tempo e ci si prepara ad accoglierlo, non lo si cerca. Chiunque nella storia lo abbia cercato è sempre rimasto deluso e ferito. Sarà forse questo il primo grande segreto per non uscire sconfitti dall'incontro con Cupido? Giocherellando in modo scherzoso questa estate un amico ci ha posto una sfida: essere diffidati da Cupido. "E´ uno scherzo, vero?" ci hanno chiesto preoccupati gli amici. Si è uno scherzo, ma mica poi tanto.
Se Cupido sbaglia la mira noi vogliamo aguzzargliela. Come? Con le nostre proposte: Workshop sulle dinamiche affettive e relazionali. Cosa accade quando due si incontrano e si piacciono? Cosa li facilita nel loro andarsi incontro e cosa invece li ostacola? Quali sassi da rimuovere perché nessuno si faccia male e perché la relazione decolli?
A Cagliari la prossima data. Ed è cosa assai seria.


Le dinamiche relazionali: tra scelte di vita, nuove culture e difficoltà relazionali

Ed ecco la sfida giocosa lanciata dal nostro recente amico del tutto inconsapevole del nostro lavoro:




L´articolo ovviamente è falso ma la sfida è reale: permettere a tutti di innamorarsi ad ogni età e da qualunque esperienza provengano. L'amore non è per pochi, è per tutti. Quello bello e sincero è da costruire passo dopo passo. E noi ci siamo.

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Buon prosieguo d´estate!

22.7.15

Come reagire alla rabbia degli uomini

Dell'uomo si dice che abbia più forza muscolare, che il suo comportamento è regolato dal testosterone e che per effetto di esso è portato ad agire. Certamente ogni cosa è vera in sé e per sé. Ma il gioco è presto fatto: l'uomo è anche un essere razionale ed ha una coscienza emotiva e può scegliere di utilizzarla o non utilizzarla. Quando la utilizza è l'uomo che tutte noi donne sogniamo, sa fare, pensare, comunicare, far emozionare, ha delle mete e dei valori. Quando sceglie di non usare tutte le sue capacità gli partono i 5 minuti e non ha più il controllo di sé.

Un uomo violento è un uomo che non è mai stato stimato, che deve prendere con la forza ciò che nessuno mai gli ha dato. E' un uomo che ha un nucleo molto fragile, quello che attrae le crocerossine al grido di "Io ti salverò", "Io ti amo come mai nessuna ti ha amato prima, e..." giù con le giustificazioni, le coperture, i mascheramenti e le chiusure, si ma con il resto del mondo perché non sappia, non si accorga e tutto appaia sereno.

Quello che si può vedere è la maschera di facciata. Una facciata non sempre osservabile ad occhio nudo ma che richiede alla persona una energia infinita per scindere le sue parti buone e le sue parti inaccettabili. Di fatti non di rado l'accusa è alla vittima "L'hai voluto tu! Se tu non facevi questo era tutto perfetto tra di noi". Più di rado la brutalità traspare da molti atteggiamenti che definiremmo di poca galanteria, delle inattenzioni, così spesso vengono lette dalle donne rese cieche dall'amore "E' distratto. Non ci ha pensato. Era preoccupato per un altra cosa." E giù con le giustificazioni che questa volta la donna stessa fornisce all'uomo.

Tra vittima e carnefice si innesca una vera e propria dipendenza che non è solo fisica ma anche emotiva. I due partner si confermano a vicenda le loro parti deboli e ferite:

LEI "Tu sei buono ed io lo so, mi basta il tuo attimo di sorriso, il regalino per dirmi che mi pensi, la sfuriata che mi dice che mi ami e che sei preoccupato per me e che mi vuoi proteggere". E' la trappola mentale in cui cade la donna vittima di un uomo violento. Ogni gesto di lui è letto in funzione del bene che le vuole e non del male che le fa. E' una donna tutta protesa a voler cogliere l'intenzionalità positiva dell'uomo, non può concedersi di dubitare di lui (se così fosse scatenerebbe oltremodo la sua ira e non potrebbe confermargli che lui è buono. E' la scommessa della sua vita. Costi quel che costi!).

LUI "Tu non ti fidi di me, se tu ti fidassi di me vedresti che io sono buono e che faccio di tutto per te. Se tu mi vedi buono io sono buono e soprattutto quando mi sfogo è perché tu non vai bene. Il mio essere buono con te, te lo devi meritare, non è scontato. Nessuno mi ha regalato mai niente. E allora datti da fare!" E' un uomo che cerca nell'altro la conferma costante di ciò che fa e che può essere. Ma non lo fa al modo dei timidi ed introversi, lo fa al modo dei presuntuosi e dei violenti. L'altro è totalmente in funzione di lui, non può avere una identità sua, serve a lui ed a conferma della sua identità. Che la donna si allontani è inammissibile senza il suo consenso, e poiché lei è il perno della sua identità, da lei dipende il suo essere confermato, la partner questo permesso non potrà mai avercelo.

Ecco che la situazione diventa una trappola in cui la coppia deve necessariamente isolarsi o vivere in contesti che sono intrisi di questa stessa cultura della violenza (fisica e psicologica insieme). Colui che prova ad uscirne è il traditore. A poco valgono i tentativi di parenti ed amici, il patto interno ed implicito tra i due è difficilissimo da spezzare.

Cosa può fare una donna: rifuggire l'isolamento emotivo, confrontarsi con amici e parenti, tenere vivi i suoi hobby e coltivarli sin da ragazza. Da adulti si fa ben poco, anche in situazioni di pronto soccorso, denunce e ricoveri spesso la vittima è così succube che nega anche oltre l'evidenza. Il fenomeno si può prevenire ma sul momento si ottiene molto poco. Strategie di prevenzione nelle scuole, nei gruppi adolescenziali, nelle famiglie possono essere un buon modo di prevenire lo sviluppo di una forma mentis passiva e debole che fa si che la donna si predisponga ad essere vittima.

Cosa può fare un uomo: riconoscere che in lui coabitano dottor Jeckyll e Mr. Hyde esattamente come in ogni altro uomo c'è una parte buona ed una parte "cattiva" e che in base a quale delle due nutriamo con i nostri pensieri e le nostre azioni il corso della nostra vita e dei nostri comportamenti può cambiare. Anche qui è molto difficile, se non impossibile, intervenire in età adulta. L'optimum sarebbe l'intervento precoce sin dalle scuole primarie, lì dove il bambino può ricevere quelle attenzioni e riconoscimenti che gli serviranno da adulto per riconoscere ed identificarsi con i suoi valori. Le azioni di prevenzione del bullismo e della violenza in famiglia partono da molto prima che il fenomeno si manifesti.

http://www.huffingtonpost.it/2015/07/16/video-segnali-violenza-donne-_n_7807758.html (Video sugli inganni del cervello nel selezionare le informazioni che vogliamo vedere a discapito di quelle che non vogliamo accettare) 




Come intervenire con un uomo aggressivo

Se è una persona con cui hai una relazione: la denuncia e la chiusura della relazione sono l'unica difesa possibile, a volte la fuga è necessaria. Il primo passo da fare è in ogni caso decidere di farsi aiutare se lui non è consapevole del suo bisogno di aiuto (e difficilmente lo accetterà). 

Se è una persona che stai iniziando a frequentare. Stai in allerta sin da subito ai primi segnali di inattenzione costante, di malessere, di non stima, di disconferma di te. Non chiuderti al dialogo ed al confronto con gli altri. Parlane con chi ti vuole bene. 

Esistono sul territorio nazionale diverse forme di centri anti violenza specializzati per l'intervento di aiuto alla donna maltrattata: Differenza donna, SOS Donna, Telefono Rosa, ecc. ecc.



Segue dal post precedente sulla rabbia delle donne

22.4.15

Voglio trovare l'amore vero

"Voglio una relazione seria" ma non ci entro, non ci so stare, me ne vado prima di aver scoperto cosa l'altro mi può dare. 
Quante volte ti dici: "Da questa storia non ne viene fuori nulla di buono". 
70/100 che è vero. I tuoi radar interni per qualche strano motivo che i più chiamano sensazioni, gli psicologi chiamano percezioni e motivi inconsci, riconoscono che gli occhi si sono posati sulla persona sbagliata.
Poi ci sono volte in cui hai paura, si te la fai proprio sotto. Perché un rapporto serio e duraturo ti costringe (benevolmente intendo) a fare i conti con la verità di te stesso, con ciò che sei veramente. L'altro ti fa da specchio. E non come l'amico che poi se ne torna a casa, ma come uno che sta li e vede tutto di te, il bello di cui si è innamorato, ed il brutto di cui se sta ancora li è perché vorrebbe potersene innamorare ma anche sollevarti. Non tutti sono pronti ad accettare che per ciascuno è vero quanto è vero nel simbolo del Tao e che c'è un pò di bene nel male e un pò di male nel bene. 
Lo sappiamo, sappiamo dire "Anche io sbaglio...a volte" (della serie "Se proprio devo ammetterlo") ma poi guai se qualcuno ci fa osservare che non siamo perfetti e ce lo ricorda ogni volta che cadiamo nella stessa reazione antipatica, vittimistica, rabbiosa, svalutante, critica, distruttiva, ecc. 
E poi "Antonella sei proprio sicura che vorrebbe potersi innamorare anche dei miei difetti?". Se proprio lo vuole consapevolmente non non ne sono sicura, ma so per certo che l'Amore ti sta accanto in tutto, anche nelle tue pecche più grandi, e solo tu gli puoi aprire la porta. Se le temi tu le tue parti buie, non potrai mai e poi mai reggere ad una relazione duratura che ti mette di fronte alla nudità di te stesso. Chiederai sempre a qualcun'altro di vedere solo il bello di te, ed è impossibile. Perché non è questa la verità su di te, perché non è così che è la persona. Ricordi? Perfettibile si ma non perfetto.
A volte devi solo imparare a guardare lontano, un pò più lontano del tuo quotidiano e vedere oltre le tue paure. Solo così potrai sapere se sei in quel 30% di relazioni che invece non vanno a buon fine solo per le tue paure e per le tue idee pre-fissate.

Buona vita a voi naviganti alla ricerca dell'amore vero




10.2.15

Amare è.... E la chiamano routine. Ma quando mai!!!!!

Amare è....la semplicità della quotidianità! Fare memoria dei momenti speciali! Ricordarsi perchè ci si è scelti! Condividere emozioni ed esperienze! Giocare, azzuffarsi e prendersi in giro ridendo a crepapelle delle gaffe fatte! Riconoscere ed accettare i tuoi limiti e anche i suoi! E' provare a migliorarti ogni giorno cominciando dall'ascoltare l'altro! Vedere i suoi difetti e far vincere i suoi pregi! E' tenersi allenati "gareggiando nell'amore" e quando l'altro ha il fiatone rallentare per farsi raggiungere! E' svelarsi per primi perchè è bello vedersi capiti e perdonati. E' fare pace ricominciando ogni volta da capo! E poi la chiamano routine....ma quando mai!!

27.1.15

Single in coppia? Ma dai che non ci credo!

Stavolta la confusione potrei avercela io se non fosse che cominciano ad essere sempre più frequenti e diffusi: tra i fidanzati, tra i conviventi, anche tra gli sposati. Ma chi sono?
I single in coppia sono tutti coloro che hanno una storia, Sì, ce l'hanno! E spesso anche lunga, e nonostante tutto restano eterni single. La storia li ha chiamati eterni Peter Pan, anaffettivi, poco empatici a volte, egoisti altre volte. Io penso che siano solo single in coppia. Come tutti hanno bisogno di trovare nutrimento al loro lato affettivo ma sono poco disposti a darne, o meglio ne danno tanto quanto basta perchè il partner decida di restare con loro. E se poco poco il o la malcapitata decide di chiedere di più (comprensione, sostegno, ripartizione dei compiti, tempo e momenti speciali nella coppia) da questa relazione, o se ci "scappa" il figlio (cercato o meno che sia) ecco che i "sorci verdi" (detto alla romana) compaiono per casa. Un figlio!!!!! Si quella piccola meravigliosa creaturina che nel primo anno di vita converge tutte le attenzioni su di sè, che nei primi tre anni di vita ti leva anche l'aria e non la puoi mollare un attimo...."Vuoi che non ti chieda di aiutarmi??? Aho! Ma che linguaggio d'amore parliamo io e te? E soprattutto chi siamo diventati io e te?". D'un tratto poco più di due perfetti sconosciuti.
E giù con la crisi del 3°, del 5° e del 7° anno (o per meglio dire mese, stando alle statistiche dell'ultimo decennio e poco più)... La verità è che la relazione è molto di più dello stare insieme. Non si gioca a vita al "far finta che", questo è un gioco che i bambini iniziano a 3 anni circa e smettono già in età prepuberale. Sarà mai che con gli anni che hai sei andato un pò oltre? E giù col vittimismo che non hai mai potuto giocare a pallone con gli amici per strada ed allora ti sei convinto che le relazioni sono come nei videogiochi: l'altro fa sempre e solo quello che piace a te, sennò arrivederci e grazie visto che il "gioco" così come è non ti piace.
Ho una buona notizia: c'è sempre tempo e modo di migliorare, un punto di svolta nella vita. Basta volerlo! Non a parole, per questo son bravi in tanti, ma con i fatti, con i gesti, con le intenzioni, con le attenzioni a te ed all'altro, volendoti bene ma di quel bene che riempie te e anche l'altro. Con tutto ciò che avvia una trasformazione. Ed a volte non è neppure questione di volontà ma di occasioni, solo che per chi ti sta vicino non è sempre facile tenere conto di ciò di cui hai bisogno visto che è oramai saturo/a del tuo ego che impera da anni. Perciò amico/a caro/a punta i piedi su te stesso/a e senza troppi giri di parole prova a fare per una volta un cosa diversa: prova per una volta a mettere l'altro al centro, fa una cosa per l'altro. Non una cosa qualunque ma una cosa che sai che lo renderà felice, una cosa che ti chiede da tempo. 
Sii tu ad iniziare, a cominciare per primo, sorprendilo con questa innovazione. E poi: dagli/lle tempo perchè se ne accorga (te ne ha dato tanto per te stesso e il tuo ego). Dagli/lle spazio per dirti quanto è stato doloroso che in tanti momenti passati tu non ci fossi con tutto te stesso (quando l'altro/a c'è stato è necessario che gli venga riconosciuto, gli equilibri nella vita devono potersi appianare, anche se per il tuo amor proprio potrebbe sembrarti la cosa più difficile da fare). E sii onesto/a fino in fondo, datti un obiettivo e passo dopo passo raggiungi la cima.

E allora buon anno davvero a chiunque vorrà mettersi in cammino per avviare relazioni d'amore veramente appaganti, da adulto ad adulto.


8.12.14

Sii te stesso!!!! Come fare

La frase più semplice da dire ma anche la più controversa da realizzare... "Sì, d'accordo...ma chi sono io??? Con quali occhiali mi vedo? Cosa produce in me quello che gli altri dicono di me o che io penso gli altri dicano di me? E come io voglio essere? UFF! Che groviglio. Come è difficile, pensavo fosse più semplice.
E che bastasse seguire le farfalline nello stomaco e tutto sarebbe andato liscio come l'olio.... Ostentare sicurezza e nessuno se ne sarebbe accorto. Fare il vago e nessuno avrebbe osato chiedere, lasciar intendere e non dire mai veramente... Un pò come fanno gli attori nei film. Già, a loro riesce bene, come faranno mai? Urge trovare un corso di recitazione e anche urgentemente!!! E mica io sono da meno degli altri...."













Il sentiero che porta alla conoscenza di sè è lungo e profondo. Alcuni hanno paura di ciò che potrebbero scoprire ed allora si fermano in superficie scegliendo di rimanere nella trappola da cui invece vorrebbero fuggire; altri scendono qualche gradino e poi si sentono già arrivati o la stanchezza li fa arretrare o la paura li trattiene; solo pochi riescono ascendere fin giù nel profondo, ma è proprio lì che hanno la possibilità di scoprire il meglio di sè, quello che non avrebbero mai pensato gli appartenesse, quello che hanno sempre desiderato e visto negli altri e invece ce l'hanno anche loro, non hanno più bisogno di invidiarlo, nè di recriminarlo alla vita stessa. E che sensazione di leggerezza accorgersi di tutto questo. Quale stupore. Certo le energie non sono poche, il viaggio è per uomini e donne arguti, che preparano la scialuppa con i dovuti equipaggiamenti, piccoli e grandi scout della vita che sanno fare di ogni ostacolo una opportunità, di ogni crisi una nuova ripartita, di ogni limite una occasione per essere sempre più determinati.

La nebbia, la confusione, le nubi che oscurano la visuale si fanno più chiare mano a mano che si va avanti, mano a mano che le ore passano e il tempo schiarisce, le idee si riorganizzano, le emozioni si placano. Se non ti agiti come il vino nella bottiglia (insabbiando tutto il lavoro fatto fino ad allora) una chance certamente ce l'hai anche tu.
E alla fine della strada i tuoi punti fermi saranno lì ad aspettarti per essere riconfermati nella tua vita.
Qualunque sia il tuo obiettivo di oggi "tieni duro se vuoi arrivare alla meta", non perderti nella confusione dei "se" e dei "ma", ascolta la voce saggia che alberga nel profondo di te, fatti degli amici fidati, sii disposto a chiedere aiuto se occorre e sii pronto a vincere te stesso per arrivare a incontrarti davvero!




20.11.14

Tecniche d'amore

In amore le furbate non servono. Meglio dircelo subito!
Con esse hai un risultato immediato che alla lunga paghi caro. Quando si dice Io + Te = Noi non è cosa da poco. È ogni giorno e ogni sera, quando ci sorridiamo e quando non ci vorremmo vedere. È sempre! Nel buono e nel bello come nella difficoltà e nella sventura. E allora davvero vuoi usare trabocchetti d'amore che le nonne, le zie, ed anche alcune mamme tante volte indicano come la via facile per 'farsi sposare'. E poi? Cosa vi potrebbe tenere uniti quando il temporale (i dispiaceri, i disaccordi, i problemi della quotidianità che fanno parte della vita di ognuno) infuria, quando le cose non vanno proprio come te le aspettavi, quando il principe o la principessa che aveva rapito i tuoi sensi comincia a non corrispondere piú all'idea che ti eri fatto di lei/lui? 

Le scelte d'amore non sono uno scherzo. Ne va della nostra vita. E anche se in tanti si promettono non più 'amore eterno' come un tempo ma 'amore finchè dura' i nostri cuori continuano a desiderare l'eternità.
Essere single Essere in coppia nasce per questo ed ambisce di sostenerti nella possibilità di fare le scelte giuste in amore con l'augurio un giorno di non dover mai partecipare ad un percorso del tipo "Quando la coppia scoppia!" ma piuttosto sostenerti nella relazione con "Ho qualcosa da dirti!". Perchè se l'altro l'hai scelto davvero per amore ogni difficoltà sarà un occasione per crescere e niente e nessuno potrà separarvi. Se è a questo tipo di relazione che ambisci ESEC (nel pre) e Ho qualcosa da dirti! (nel post) fanno per te.



Buone scelte e buon Amore a tutti!



18.11.14

Il decalogo degli innamorati



  1. Non usarmi se lo facessi io con te ne soffriresti tu ed io.
  2. Non distruggere la fiducia che ho in te, da questa dipende anche la fiducia in me e nella mia capacità di riporre fiducia nelle persone.
  3. Non tarpare i miei sogni per avvalorare i tuoi, costruiamo i nostri e in due potremmo realizzarli.
  4. Non prenderti gioco di me, di ciò che sono e sono stato. Se lo facessi io con te ti sentiresti sminuito ed offeso.
  5. Non trascurarmi. Come la rosa di SaintEuxpery sarò importante per te fintanto che mi avrai dedicato tempo e cura.
  6. Non soffocarmi, ho bisogno del tuo amore e della tua vicinanza ma anche della libertà di muovermi, pensare, dire la mia e per tutto questo ho bisogno dei miei tempi.
  7. Non sostituirti a me, voglio essere una persona forte e decisa al tuo fianco. 
  8. Non essere geloso. Ho scelto te e il mio cuore è oramai occupato.
  9. Non sentirti incompreso. Parlami. Solo così ogni giorno il nostro rapporto crescerà.
  10. Non rinunciare a chiedermi, propormi, semplicemente lascia che io possa accogliere, rifiutare o dire la mia proponendo dell'altro.

A. R.



8.10.14

Perchè tanti single oggi?

Tanti esperti raccontano di come sia cambiata la situazione sociale e culturale del nostro tempo e molti dei motivi per cui tanti giovani adulti restano single a lungo sono ben noti: il passaggio epocale dal matrimonio (e della vita stessa in tutti i suoi aspetti) fondato sul senso del dovere a quello fondato sul senso del piacere; il cambiamento o il capovolgimento di alcuni bisogni da quelli fondamentali (legati alla sopravvivenza) a quelli di autorealizzazione; il sistema politico ed economico che svantaggia le coppie e la famiglia; l'introduzione del divorzio ed il conseguente calo dei matrimoni da una parte e la sempre maggiore facilità a disinvestire energie nella relazione che si è scelta.
Il motore di fondo, quello che nei secoli e milenni della storia dell'uomo ha mosso alle grandi rivoluzioni è la PAURA. Paura di non aver fatto la scelta giusta, paura che nonostante l'amore che si da non si sarà ripagati abbastanza, paura che non siano i sentimenti più puri a muovere le corde della relazione, paura che....in fondo non valiamo abbastanza per meritarlo questo amore!
E allora le nostre teste sono piene di tanti "si...ma...però...." come se l'amore fosse condizionato. Sei proprio sicuro che l'amore sia questo? Cosa hanno le coppie felici di diverso dalle altre? In un post precedente ti avevo invitato ad osservarle, l'hai fatto?
In ogni caso rasserenati: ciascuno è diverso. E ogni storia è diversa. Non puoi pretendere di fare la stessa scelta di un altro o che quello che è successo ad un altro accada anche a te. Tu sei diverso, tu sei UNICO! Unico ed irripetibile, come uniche ed irripetibili saranno le relazioni che ti capiteranno. Non esser facilone nel generalizzare per sommi capi  quando vedi delle similarità. Tu sei tu! Ed hai il tuo modo di fare una scelta che è diverso da un altro e questo lo potrai apprezzare solo se ti conosci fino in fondo. Sei unico, non desiderare l'omologazione!
Sei unico/a e bello/a così come sei. E SEI DEGNO DI STIMA E DI AMORE. Lo credi? O fai finta di crederci? (Più avanti ti spiegherò anche la differenza ed i disastri che ne possono venire nella tua vita e in quella degli altri quando non ci credi o fai finta di crederci.) Fortunato chi si guarda dentro e sa che anche se non è tutto bello ciò che vede questo non cam,bia l'essenza del suo credere in se stesso e nel proprio valore fondante, chi sente le proprie radici forti pur nelle sue fragilità perchè sa che sta lavorando per essere una donna o un uomo ogni giorno migliore invece che ritenersi arrivato per sempre.
Oggi tutto ci viene proposto come bello e accattivante, tutto solletica le nostre passioni e pulsioni, esattamente come quando eravamo bambini davanti agli enormi scaffali dei grandi magazzini: come fare a SCEGLIERE? Cosa vale veramente la pensa di portarti a casa? Ci sono alcuni di noi che scelgono ponderando bene le informazioni e dunque hanno bisogno di darsi tempo per conoscere l'altro e dare all'altro il tempo per ri-velarsi (nella relazione tutto è duale, tutto è da leggere nbella reciprocità degli aspetti, non posso dimenticare che c'è un altro davanti a me e non un oggetto a cui chiedo di fare ciò che voglio). Altri invece vanno a passo spedito come se già sapessero cosa vogliono, hanno evidentemente sviluppato dei sensori (ne parleremo più avanti) per decifrare cosa gli piace e cosa no, e sono capaci di confermare e mantenere la loro scelta nel tempo. Siamo diversi, siamo unici! E allora di fronte ad una società che differenzia sempre più le scelte fino a confonderci a volte anche in amore siamo sempre più confusi, a volte anche "diffusi"! (E questo chi partecipa ai miei seminari lo sa già!)
E in questo modo è come se rimanessimo sempre degli ETERNI BAMBINI: bisognosi d'amore al punto di fare di tutto per non doverci rinunciare e rompere ogni cosa quando le cose non vanno come noi le immaginavamo (dando la colpa ora a Sè ora all'Altro), pronti a voler prendere tutto e non rinunciare mai a nulla, senza dunque saper lasciare per fare spazio a quell'Altro che inevitabilmente ti chiede spazio/tempo/incontro/autenticità/intimità/disponibilità/accoglienza/dialogo/confronto.
Esattamente come i muscoli, queste abilità possono essere rinforzate. Basta sceglierle! Impunto essenziale è: chiediti a che punto sei sulla strada e attrezzati per proseguire il tuo cammino.

19.10.13

Felici di essere single o single felici?


L’erba del vicino è sempre più verde, si dice! Ed ahimè non è solo un modo di dire. Tendenzialmente sono poche le persone felici di come sono e di ciò che hanno, che vivono bene il loro tempo presente: tre condizioni essenziali per il vivere bene e felici. Queste persone attraversano meglio di altre anche le situazioni più difficili e dolorose. I più, invece, rincorrono ciò che non hanno. Condizione che, purchè non si cronicizzi o diventi uno stato di insofferenza, è una tappa indispensabile per portare ai cambiamenti desiderati.
Essere single per alcuni è una sfortuna, per altri un disagio, per altri ancora un privilegio, per altri una fase di passaggio. Per te come è?

L’essere single è prima di tutto una condizione esistenziale indispensabile. Se non siamo prima “separati dall’altro” non possiamo stare bene “con l'altro”. Se non siamo separati ci “appoggeremo” costantemente all'altro e questo con il tempo logora fortemente i rapporti, anche quelli più belli e non solo in amore.
Il tempo in cui sei single diventa allora un tempo prezioso in cui prepararti per l’incontro (già perché via via che andremo avanti ti accorgerai che ci sono un po’ di tappe fondamentali per passare dall’essere single all’essere in coppia e alcune sono indispensabili, come quella dell’incontro che vedremo più avanti). È un tempo in cui concludere il passaggio dall’essere figlio all’essere adulto, è un tempo in cui conoscerti fin nel profondo, in cui imparare a guardare fuori di te, all’altro inteso come “altro essere umano come te ma diverso da te”.

E tu, come vivi e/o come vorresti vivere il tuo essere single di questo momento?
Sì perché una cosa te la voglio dire subito: puoi parlare solo per il momento presente. Ciò che il futuro ti riserva non ti è dato ancora di saperlo. Ciò che puoi fare oggi è semplicemente una scelta: in che modo vivere la tua situazione attuale (con tristezza e rassegnazione? Con vittimismo e recriminazioni? Con orgoglio e fierezza? O piuttosto con un atteggiamento di apertura e curiosità ma anche di attesa costruttiva?)
Attenzione, c’è una trappola: dedicarti a tanti aspetti della vita che altrimenti trascureresti va bene, anche benissimo ma potrebbe accadere che questi diventino il centro della tua vita e allora lo scopo per cui dovrebbero servire (arricchirti come persona) rischia spesso di diventare un altro (non puoi più fare a meno di loro) facendoti perdere di vista ciò che nel tuo più profondo desideri.
E te ne accorgi subito. Una persona felice di essere single non vuole rinunciare ai suoi spazi, a come ha strutturato il suo tempo, ai suoi hobbies, tutte cose molto belle. Un single felice continua ad usare i suoi spazi, struttura il suo tempo, coltiva degli hobbies ma a tempo debito ha quella liberta interiore che gli permette di posporli, fino a rinunciarci se proprio è necessario, per realizzare ciò che di più bello porta nel cuore. Egli ha compreso che non sono le cose che fa a renderlo felice ma il suo stare bene nelle cose che fa, qualunque esse siano.


In fondo è il modo come vivi la tua situazione che fa la differenza. 


Pensaci un pò su...

23.9.13

Mi presento!

Ci presentiamo: io ed ESEC

Mi chiamo Antonella Ritacco e sono una psicologa e psicoterapeuta ad orientamento pluralistico integrato. Vivo e lavoro a Roma e nel mio percorso professionale e di vita sono arrivata a chiedermi il perchè di tanti single adulti nella nostra epoca. Sono molti quelli che “scelgono” (se di scelta si può parlare) questo status, almeno per un certo periodo di tempo; moltissimi lo subiscono e lo rifiuterebbero se solo ne avessero la possibilità.
Cosa è accaduto di così “terribile” perché le nuove generazioni non riconoscono più i codici insiti nell’organismo per riconoscere e vivere l’amore umano? Quali e quante sofferenze gratuite ci infliggiamo?

A partire da queste domande ho deciso di integrare vari saperi e sapienze: da Z. Bauman ho appreso il concetto di società liquida e amore liquido, proprio del nostro tempo. Da E. Berne ho appreso la stratificazione Adulto-Genitore-Bambino attraverso la quale ci sviluppiamo e connaturiamo il nostro modo di essere. Dalla terapia gestaltica di F. Perls ho appreso che il nostro corpo ha la memoria di un elefante e ricorda ogni cosa che la nostra mente dimenticherebbe e l’importanza del qui e ora della relazione. Da C. Rogers ho appreso che in ciascuno esiste un elevato potenziale che si può esprimere solo in un ambiente favorevole e che in noi opera una tendenza attualizzante che spinge la persona a desiderare di essere ciò che può essere. E molti altri autori, pensatori e filosofi del nostro tempo e dei tempi passati sono stati messi a confronto per rispondere a questi interrogativi. 

Nel 2010 comincio così a delineare il progetto ESEC - Esseresingle Essere in coppia che si rivolge in particolar modo ai single over 30 ed alle coppie nascenti per sostenere una relazionalità che favorisca l'incontro, l'ascolto, la conoscenza e la reciproca accoglienza tra un uomo e una donna che vogliono continuare a credere nell'Amore, scommettendo sull’incertezza, nonostante le statistiche e a discapito delle statistiche stesse. Sempre più matrimoni falliscono e dopo un primo divorzio troppo alte sono le percentuali di recidiva con una seconda unione. E’ solo un caso? È motivo per non credere più nell’Amore o è solo l’input per accogliere una delle sfide del nostro tempo? 
L’obiettivo a medio breve termine che mi prefiggo con il percorso ESEC, parte del più ampio programma La Grammatica dell’Amore, è quello di chiarire alcuni dubbi su concetti ed aspetti importanti delle relazioni amorose (attraverso il seminario) e permettere un cambiamento di schemi comportamentali che ostacolano una sana relazionalità (workshop).

Personalmente credo nelle infinite potenzialità dell'essere umano di migliorarsi e di crescere, di cadere e rialzarsi sempre più forte e nella accurata capacità di fasciare e medicare le proprie ed altrui ferite affinchè possano essere portate nella vita come un bagaglio leggero che ci contraddistingue, come l'elemento distintivo che ci ha permesso di crescere e diventar ciò che siamo.

Auguro a quanti già hanno partecipato a seminari e/o laboratori di saper mettere in pratica i contenuti appresi e a quanti desiderano parteciparvi di trovare lo slancio per mettersi in cammino.
Il viaggio dentro se stessi è, senza dubbio alcuno, quello più avventuroso che ci possa essere.

Altre informazioni su di me, sulle iniziative che porto avanti e anche in merito al mio curriculum formativo-professionale possono essere visionate attraverso la pagina google: http://www.antonellaritacco.it/